L'attore di Respiro Filippo Pucillo: "il cinema? All'epoca nemmeno sapevo cosa fosse!" Intervista
Filippo Pucillo, classe 89, è stato l'attore di Respiro, Nuovomondo e Terraferma diretti tutti dal giovane regista Emanuele Crialese. In attesa di un nuovo film Filippo ci racconta la nascita di quest'avventura che l'ha visto crescere fino ad oggi. Un'avventura nata per caso, come ci svela l'attore che all'epoca non sapeva nemmeno cosa fosse il cinema, non aveva nessuna passione per la settima arte, amava solo stare in mezzo alla natura.
La tua collaborazione più famosa è stata con il regista Emanuele Crialese con cui hai girato già tre film. Come hai conosciuto Crialese?
Ho conosciuto Emanuele quando avevo 9 anni a Lampedusa. Stavo facendo il falò con i miei amici, noi pensavamo che fosse un turista, quando lui estrasse una telecamerina e riprese quello che facevo con i miei amici. Giorno per giorno siamo diventati sempre più amici, lui con la sua macchina ci aiutava a caricare gli alberi per il falò, io ero un cacciatore di uccelli e conigli e da tutto questo lui ha fatto dei documentari molto belli. Poco dopo lui partì per Roma e tornò due anni più tardi confessandomi che era un regista e proponendomi di fare Respiro. Ero molto piccolo e mi ricordo che giocavo in quel film, ma allo stesso tempo mi divertivo molto: è stato come rinascere un altra volta, una vera occasione. Alla fine con questo film andammo al Festival di Cannes dove la pellicola ebbe un enorme successo, da lì non ci siamo più separati.
Lavorare a fianco di attori del calibro di Elio Germano e Valeria Golino ti ha in qualche modo influenzato o guidato nel tuo modo di recitare?Lavorare a fianco di Valeria e stato un piacere, ci siamo subito costruiti il rapporto di mamma e figlio alla perfezione.
Nel film Nuovomondo interpreti il ragazzo che non parla, però riesci a comunicare allo spettatore ciò che il personaggio prova grazie all'espressività del tuo volto. Immagino che non sia stato facile trovare sempre l'espressione più giusta per esprimere i sentimenti del personaggio, non è vero?
È stata un'esperienza profonda, era la seconda volta che uscivo da lampedusa per andare a girare in una grande città come Buenos Aires. Non è stato facile fare il sordo muto e a essere vero negli sguardi. Mi ricordo che un giorno mi è addirittura presa una paralisi facciale proprio per essere vero, ma alla fine è andato tutto bene!
Nel film Piede di Dio, esordio del regista Luigi Sardiello, ti sei trovato a recitare una parte nuova rispetto alla precedenti, il tema del film infatti non parlava più di emigranti ma di calcio, una storia che vede il tuo personaggio con un carattere difficile e con problemi familiari. Hai affrontato un lavoro specifico per il tipo di recitazione e tono che poi hai donato al tuo personaggio?
Il regista di Piede di dio è venuto a Lampedusa a incontrarmi e abbiamo tirato due calci di rigore insieme. Mi disse: "Tutto a posto sei scelto per il mio film".
Abbiamo girato tra Salento e Roma, dovevo interpretare un dodicenne con un carattere difficile e con problemi familiari che non sa se vuole fare veramente il calciatore ma non è stato difficile interpretarlo: lo sentivo molto vicino a me.
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