Ritratto di Andrea Caramanna
Autore Andrea Caramanna :: 19 Giugno 2017
Il poster di Metro Manila

Metro Manila, viaggio nella miseria metropolitana

Il pregio maggiore di Metro Manila sta nello sfondo. Inutile menarsela più di tanto, ma la storia non fa tanto paura. Lo sfondo sì, e quanto...!

Una famiglia poverissima si dedica alla raccolta del riso in una provincia delle Filippine. Ma quando la paga risulta al limite della sopravvivenza decidono di spostarsi nella capitale metropoli Manila.

Ed il titolo del film è, infatti, quello che deve far suonare i campanellini nello spettatore più attento: non la storia di Oscar Ramirez e famiglia, il povero contadino che diventa un agente della sicurezza e cerca riscatto, ma quella di un paese dove tutto è possibile.

Tutto è possibile perché non ci sono limiti all'estrema povertà che costringe a cedere agli abissi della corruzione, dell'autocorruzione anche se non voluta, ma subita per necessità.

È autocorruzione la prostituzione della moglie e poi perfino quella della figlia minorenne di nove anni che per fortuna non si realizza davanti ai nostri occhi. Ma tutto è davvero possibile a Manila. Dai profittatori che cedono case in affitto appartenenti invece allo Stato. Ai trafficanti che utilizzano i servizi di sicurezza... al totale degrado delle baraccopoli dove occorre solo sgombrare dei rifiuti per ottenere un piccolo spazio come casa gratuita!

E questo orrore cresce silenzioso, automatico nel film, e al di là della storia criminale.

Neanche abbiamo di fronte un noir perché mai troviamo quell'effetto seduttivo del genere tanto famoso in America e in Francia. Niente bellezza soltanto orrore che proviene da quelle strade che non vorremmo mai attraversare.

Tanto che la Peninsula Manila diventa quasi uno scherzo, un'illusione del fatto che da qualche parte in questa città si vive nel lusso, ma lontani e protetti dalla miseria che invece sembra sommergere tutto il territorio urbano.

Sean Ellis ha saputo narrare questa storia con la giusta crudezza con attori sempre molto naturali ed espressivi anche nelle scene di silenzi.

Momento più poetico del film: la scena d'amore sotto la doccia, l'acqua corrente che davvero può trasformare le vite!

Voto della redazione: 

4

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