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Autore Redazione :: 15 Giugno 2017

Avrà la sua anteprima nazionale al Biografilm Festival edizione 2017 il documentario del regista veneziano Riccardo Biadene, dedicato alla figura emblematica di Alain Daniélou

Alain Daniélou. Il labirinto di una vita

Avrà la sua anteprima nazionale al Biografilm Festival edizione 2017 il documentario del regista veneziano Riccardo Biadene, dedicato alla figura emblematica di Alain Daniélou e alla straordinaria vita dell’uomo che ha portato l’India in Occidente, con proiezioni giovedì 15 giugno e lunedì 19 a Bologna. “Alain Daniélou. Il labirinto di una vita”, questo il titolo del film, racconta l’avventuroso viaggio musicale, esistenziale e spirituale che Alain – bretone d’origine, figlio di un ministro socialista e con un fratello cardinale, amico di A. Gide e J. Cocteau – intraprende dal 1932, con il compagno fotografo svizzero Raymond Burnier, alla volta dell’India, lasciando un Occidente che non lo soddisfa. Il documentario parte dalla Bretagna e accompagna lo spettatore in India (Shantiniketan, Varanasi, Chennai, Pondicherry...), a Berlino, Venezia, e Roma, seguendo la storia del francese Daniélou, indologo e musicologo che ha vissuto, soprattutto in India, tra gli anni ‘30 e ‘60 del ‘900. A Benares (ora Varanasi), Daniélou, insieme a Burnier, abita per 15 anni nel palazzo di Rewa, sulle rive del Gange, dove incontra fra gli altri, Eleanor Roosvelt o Roberto Rossellini.

Qui Daniélou si dedica allo studio del sanscrito, viene iniziato all’induismo, e studia la musica classica indiana e la Veena a livello professionale. È a quegli anni che si deve la stesura di diversi libri sulla filosofia indù, lo shivaismo e i testi vedici. Dal 1950 è curatore della prima collana di world music classica per l’UNESCO. Nel 1963, di ritorno in Europa, fonda e dirige l’Istituto Internazionale di Studi per la Musica Tradizionale (IITM) a Berlino, e in seguito crea a Venezia l’Istituto Internazionale per gli studi di musica comparata, affinché la musica orientale abbia importanza paritaria rispetto a quella occidentale, e dove tale studio è mantenuto vivo oggi dalla Fondazione Giorgio Cini. E, proprio per raccontare il periodo in cui visse in Laguna il regista è tornato, nella sua città natale, per effettuare parte delle riprese del documentario, sull’Isola di San Giorgio Maggiore. Gli ultimi anni di vita, Alain Daniélou, li trascorre tra Roma, Losanna, Berlino e Parigi, con una certa preferenza per la villa sulle colline di Zagarolo, un paesino vicino a Roma. Musica, danza, religione, tradizione e modernità, scultura e filosofia vengono esplorati in questo documentario attraverso le parole dello stesso Daniélou, tratte dall’autobiografia “La via del labirinto”.

Il regista, classe 1973 ­­– agli inizi della carriera cinematografica co-diresse “Come un uomo sulla terra” con Andrea Segre – dopo l’anteprima nazionale, accompagnerà il film il 22 al Ravenna Festival, importante manifestazione dedicata alla musica, il 29 al SummerMela, il festival di arte e cultura indiana a Roma, il 30 giugno a Padova al River Film Festival, in una serata particolare, a chiusura della rassegna, e l’8 luglio al Soleluna Festival a Palermo. Il progetto poi si aprirà a una distribuzione internazionale, che lo farà sbarcare in molti paesi europei, fra cui la Germania e l’India, nel corso del 2017. Ma per Biadene ci sarà un ulteriore ritorno a Venezia il 2 luglio, al Teatro la Fenice, in veste di produttore, con la sua Kama Productions per il documentario “Aquagranda in crescendo” che racconta il Teatro La Fenice durante la realizzazione di “Aquagranda” – l’opera-evento che commemora i 50 anni dalla terribile alluvione che colpì Venezia il 4 novembre 1966 – diretto da un altro veneziano Giovanni Pellegrini, e trasmesso lo scorso maggio su Rai 5. 

Curiosità:
Foto d’Archivio
Il materiale filmato è arricchito dalle preziose foto d’archivio in possesso alla Fondazione FIND, che consiste di circa 9000 scatti originali presi in india tra il 1935 e il 1955 da Alain Daniélou eRaymond Burnier. Viaggiando con una roulotte fatta arrivare apposta dalla California, Daniélou e Burnier sono stati tra i primi occidentali ad aver fotografato i templi indiani, quasi sconosciuti in Occidente all’epoca. Con queste fotografie venne organizzata un’importante esposizione che fece il giro del mondo (Parigi, 1948, Roma, 1949 e New York, Metropolitan Museum, 1949).

Note biografiche del regista:
Classe 1973, cresciuto a Venezia, Riccardo Biadene si laurea con lode in Filosofia a Bologna. Ha scritto e diretto i documentari “Come un uomo sulla terra” (Italia, 2008, cinquina David Donatello, coregia Andrea Segre), “Marino Mazzacurati” (Italia, 2010) e “Azezana, Kabul” (Afghanistan, 2011). Ha lavorato inoltre come direttore di produzione ai film “Per non dimenticare” di M. Avati, “Viaggio segreto” di R. Andò, “L’aria salata” di A. Angelini. È il direttore artistico di FIND – Fondazione India Europa di Nuovi Dialoghi dal 2006 (www. nd.org.in). È stato creatore e direttore artistico dei Festival “Cinema della realtà” (O cine, Roma, 2009), “Portello River Festival” (Padova, 2010-11), Festival di distribuzione CINEMA.DOC (Venezia, Roma, Torino, Firenze, Salina, 2010). Dal 2009 è in giuria per i David di Donatello e Italian Doc. Nel 2016 fonda la KAMA Productions, casa di produzioni audiovisive, musicali e teatrali, con la quale ha coprodotto questo lavoro e prodotto il film documentario “AQUAGRANDA in crescendo”.

Sito Doc:
alaindanieloudocfilm.com
Sito Kama:
kamaproductions.eu

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