Il documentarista e produttore tv Danny Anker è morto il 21 aprile a 50 anni. Candidato all’Oscar nel 2000, il suo nome è legato al documentario Imaginary Witness: Hollywood e l’Olocausto, narrato da Gene Hackman.
La mattina di lunedì 21 aprile, a causa di un linfoma, è morto il documentarista americano Danny Anker. Aveva 50 anni.
Danny Anker, molto attivo nel circuito indipendente da più di quindici anni, aveva anche una propria casa di produzione, la Anker Productions. Già candidato agli Oscar nel 2000 per il documentario Scottsboro: An American Tragedy, con il quale vinse anche un Emmy nel 2001, Anker è più noto per il suo lavoro Imaginary Witness: Hollywood e l'Olocausto (2004), che debuttò con successo al Tribeca Film Festival e ottenne prestigiosi riconoscimenti nel circuito dei festival indipendenti, tra cui l’Hamptons Film Festival. Imaginary Witness racconta sessant'anni di storia e di complesse relazioni tra Hollywood e il Nazismo. Il documentario, interamente narrato dalla voce fuori campo di Gene Hackman, raccoglie scene tratte da più di quaranta film e si basa su una serie di preziose interviste ad attori e registi, tra cui Steven Spielberg.
Tra gli altri documentari diretti da Anker, è opportuno ricordare Voices Unbound: The Story of the Freedom Writers (vincitore al Valladolid Film Festival nel 2010), Through My Eyes: The Charlie Kelman Story (2010), e Music from the Inside Out, realizzato in collaborazione con i musicisti della Philadelphia Orchestra e nominato per l’IDA Feature Documentary Award.
Laureato in musica ad Harvard, proprio sulla musica Danny Anker ha prodotto diversi programmi televisivi, tutti pluripremiati, tra cui le acclamate serie per bambini Marsalis on Music, tre stagioni della serie della PBS The Metropolitan Opera Presents, il documentario The Last Boss (in veste di co-produttore), e The Magic Of La Guardia.
Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti nella sua intensa carriera, ricordiamo il Peabody Award, quattro nomination agli Emmy Award, l’Erik Barnouw Award da parte della Organization of American Historians, nonché le sovvenzioni ottenute da alcune fondazioni e istituzioni americane, come il National Endowment for the Humanities e il National Endowment for the Arts.
La sua ultima opera documentaristica, Sidney Lumet: The Moral Lens, è ancora in fase di post-produzione.
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