Alle giornate professionali Cinè a Riccione produttori, esercenti e distributori hanno fatto il punto sulla situazione del mercato cinematografico italiano per rilanciarlo: fare rete, rianimare il pubblico e diversificare il prodotto.
Si è appena conclusa la IV edizione di Cinè, le Giornate professionali di cinema di Riccione, che ha ospitato per quattro giorni produttori, distributori ed esercenti per parlare di prossime uscite in sala ma soprattutto di mercato.
Il cinema in italia sappiamo che è un tasto dolente. Il 2014 si era aperto positivamente registrando una crescita durante i primi tre mesi dell'anno. Crescita interrotta con l'arrivo della primavera che ha visto una considerevole diminuzione di biglietti staccati nonostante la festa del cinema, che nei 7 giorni di programmazione non ha raggiunto buoni risultati, per mancanza di prodotto e per durata eccessivamente lunga. In questo momento facendo un confronto con il 2013 il mercato cinematografico italiano si trova in perfetta fase di pareggio (-0,5% rispetto al primo semestre del 2013).
Ma allora quel è il vero problema del mercato del cinema italiano? Le stime dicono che il 45% degli italiani ha rinunciato a vivere l'esperienza cinema, fruendo film attraverso altri servizi o addirittura abbandonando completamente questo intrattenimento.
Presenti a Riccione i presidenti delle associazioni Anica (Andrea Occhipinti), Anec (Lionello Cerri) e Anem (Carlo Bernaschi) i quali hanno messo come primo obiettivo da raggiungere per vedere una ripresa il fare sistema fra i diversi settori dell'industria e rilanciare il cinema come momento di spettacolo e condivisione.
Uno dei temi più urgenti è la stagionalità del prodotto: non è possibile più limitare i titoli che richiamano una grande affluenza di pubblico in soli 6 mesi dell'anno. In un confronto con il mercato spagnolo si è visto come le sale iberiche siano luogo di ritrovo anche durante i mesi più caldi dell'anno. Addirittura la Spagna distribuisce ad agosto titoli importanti, puntando ad un target familiare, sfruttando proprio la logica delle ferie estive per proporre alle famiglie di trascorrere un momento insieme. Inoltre è importante richiamare i ragazzi al cinema, come ha fatto la Francia che ha introdotto una tariffa speciale a 4 euro per i minori di 14 anni.
Andrea Occhipinti ha le idee molto chiare per riempire le sale: più investimenti nelle uscite estive, continuare la lotta alla pirateria, su cui il regolamento Agcom sta registrando ottimi risultati con innovativi strumenti, e puntare sul cinema nazionale. “Il cinema italiano è quello che fa la differenza” ha dichiarato, ma è necessario diversificare il prodotto aumentando il numero dei film medi. Ha presenziato a Riccione anche Francesca Cima, presidente dei produttori dell'ANICA neoeletto, produttrice insieme a Nicola Giuliano dei film di Paolo Sorrentino, ha battuto il ferro caldo appurando il momento fiorente per il nuovo cinema italiano, rianimato soprattutto grazie all'Oscar de La grande bellezza. Lionello Cerri ha poi aggiunto un aspetto molto importante legato alle trasformazioni che il consumo di film sta attraversando: “È necessario risolvere i problemi del mercato al più presto, guardando all’interesse di tutti e non del singolo, pensando al nostro pubblico. La sala è il luogo fondamentale per far apprezzare collettivamente il cinema e per far crescere ed emozionare gli spettatori”. Dunque va bene dare spazio ad altri mezzi come il web e la tv, ma la sala cinematografica deve rimanere il luogo sacro del cinema, imprescindibile ed insostituibile. E qui si ritorna al tema qualità: qualità dello schermo, per ora in Italia solo il 18% di sale non è stata digitalizzata, e qualità soprattutto del prodotto nazionale rinnovando le leve e richiamando in causa tutti i generi.
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