Fondazione Cineteca Italiana propone, dall'11 al 15 aprile 2018 presso Cinema Spazio Oberdan a Milano, il film Fernanda Pivano. L’altra America, un film diretto da Rossana De Michele e scritto con Stefano Senardi
Fondazione Cineteca Italiana propone, dall'11 al 15 aprile 2018 presso Cinema Spazio Oberdan a Milano, il film Fernanda Pivano. L’altra America, un film diretto da Rossana De Michele e scritto con Stefano Senardi, che riflette sulla vasta eredità culturale lasciata da Fernanda Pivano, scrittrice e traduttrice dallo spirito curioso e anticonformista.
Fernanda Pivano, “Nanda” per i suoi tanti amici, ha fatto scoprire e apprezzare la letteratura americana nel nostro Paese, da Hemingway alla Beat Generation. Al suo intuito e alla sua penna dobbiamo l’arrivo in Italia di veri e propri capolavori, a partire dalla prima traduzione, la leggendaria Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters, libro di cui si innamorò grazie a Cesare Pavese, che gliene regalò una copia, e che anni dopo Fabrizio De André trascrisse, con il suo aiuto, in musica, dando vita al disco Non al denaro, non all'amore né al cielo, e a una grande amicizia.
Il rapporto tra Nanda e i cantautori, da lei considerati i nuovi poeti, fu sempre cruciale, cosa che contribuì ad allontanarla ancora di più dal mondo degli “accademici”. Testi come quelli di Bob Dylan erano per lei letteratura, già all’epoca.
Per questo a raccontare la vita della Pivano ci sono le voci e i volti dei tanti che la incontrarono, tra cui Ernest Hemingway, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, e molte interviste inedite, tra cui quelle rilasciate da Laurie Anderson, Jay McInerney, Vasco Rossi, Jovanotti, Vinicio Capossela, Dori Ghezzi, Domenico Procacci, Guido Harari, Arnaldo Pomodoro e Sandro Veronesi, fra gli altri.
Dal film emerge poi il coraggio con cui Fernanda ha affrontato il mondo e le sue sfide: dalla traduzione di Addio alle armi, che le costò l’arresto in pieno regime mussoliniano, all’avventura del Beat, con il rifiuto dei valori dominanti nell’America dell’epoca, fino al progetto Pianeta Fresco, tra le esperienze di stampa alternativa più originali mai concepite.
Prezioso anche il ricco materiale di archivio utilizzato, in gran parte proveniente dall’archivio della Fondazione del Corriere della Sera, al quale Fernanda ha affidato le sue memorie più care.
Nel documentario non manca poi il racconto della sua storia d’amore con Ettore Sottsass, con cui trasformò la propria casa in un luogo aperto a tutti gli intellettuali e agli artisti, e la cronaca degli anni più bui, quando sembrava essere stata dimenticata, fino al suo ritorno in auge con il simbolico articolo “GRAZIE NANDA” pubblicato dallo scrittore McInerney sul New Yorker nel 1995.
Un film che riflette sulla vasta eredità culturale lasciata da Fernanda, che seppe essere al contempo testimone e protagonista di cambiamenti storici e sociali epocali e che, con la sua intraprendenza e la sua determinazione nel ricercare nuovi talenti, è tutt’oggi un modello impareggiabile di donna e di intellettuale libero, al di là di ogni classificazione.
Proiezioni - Cinema Spazio Oberdan
11 aprile ore 18.15
12 aprile ore 18.30
13 aprile ore 17.00
14 aprile ore 17.30
15 aprile ore 21.15
Fernanda Pivano. L’altra America
R.: Rossana De Michele. Sc.: R. De Michele, Stefano Senardi. Int.: Ernest Hemingway, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Laurie Anderson, Vinicio Capossela, Cristiano De André, Dori Ghezzi, Jovanotti, Jay Mcinerney, Arnaldo Pomodoro, Vasco Rossi, Morgan, Sandro Veronesi. Italia, 2017, 55’.
Scrittrice e traduttrice dallo spirito curioso e anticonformista, Nanda, come la chiamavano i suoi tanti amici, ha fatto scoprire e apprezzare a tutti noi la letteratura americana da Hemingway alla Beat Generation.
Al suo intuito e alla sua penna dobbiamo l’arrivo in Italia di veri e propri capolavori, a partire dalla prima traduzione, la leggendaria “Spoon River Anthology” di Edgar Lee Masters, libro di cui la giovane Fernanda si innamorò grazie a Cesare Pavese che gliene regalò una copia.
L’Antologia rimase nel cuore di Fernanda e non solo nel suo: anni dopo Fabrizio De André trasportò, con il suo aiuto, alcune delle poesie in musica dando vita a un bellissimo disco e a una meravigliosa amicizia. Il rapporto tra Nanda e i cantautori, da lei considerati i nuovi poeti, fu sempre cruciale, cosa che contribuì ad allontanarla ancora di più dal mondo degli “accademici”. Lei non se ne curò perché testi come quelli di Bob Dylan per lei erano senza dubbio già allora, e soprattutto allora, letteratura.
Il racconto della vita e della carriera della Pivano lascia trasparire in ogni momento il coraggio, la curiosità e l’attenzione con cui lei affrontava il mondo: dalla traduzione di “Addio alle armi”, che le costò l’arresto in pieno regime mussoliniano, all’avventura del Beat, con il rifiuto dei valori dominanti nell’America dell’epoca e l’apertura verso altre culture; dalla determinazione con cui, tra la diffidenza dell’editoria italiana, convinse Arnoldo Mondadori a pubblicare “On The Road”, al progetto Pianeta Fresco, una delle esperienze di stampa alternativa più originali mai concepite.
La sua capacità di entrare in contatto diretto con personaggi di spicco del mondo artistico e culturale del suo tempo, anche attraverso i numerosi viaggi in America e sicuramente grazie al suo indiscutibile carisma, la fecero diventare prezioso testimone e allo stesso tempo fondamentale protagonista di cambiamenti storici e sociali epocali. Accanto a lei, tra scrittori e musicisti, anche molti corteggiatori, ma un uomo solo conquistò definitivamente il suo cuore e con un uomo solo condivise tutto: Ettore Sottsass. Con lui trasformò la propria casa in un luogo aperto a tutti gli intellettuali e gli artisti, un porto sicuro dove approdare per confrontarsi, discutere, progettare.
Non vengono omessi nel racconto i momenti bui, come quando a partire dagli anni ’70, infranto il sogno del pacifismo e conclusa l’esperienza del Beat, Fernanda venne messa da parte, quasi dimenticata, per poi rifiorire a metà degli anni ’90 con il simbolico articolo “GRAZIE NANDA” pubblicato dallo scrittore McInerney sul New Yorker.
La storia di Fernanda ne racchiude altre mille ed è per questo che a raccontarla, nel documentario, ci sono le voci e i volti dei tanti che l’hanno incontrata: Ernest Hemingway, Jack Kerouac, Allen Ginsberg e molti altri. Numerose le interviste inedite, tra cui quelle a Laurie Anderson, Jay McInerney, Vasco Rossi, Jovanotti, Vinicio Capossela, Dori Ghezzi, Domenico Procacci, Guido Harari, Arnaldo Pomodoro, Sandro Veronesi.
Prezioso anche il ricco materiale di archivio che è stato utilizzato ed è curioso che, in gran parte, lo dobbiamo direttamente a lei. Nel corso della vita infatti Fernanda ha conservato e catalogato sistematicamente tutto quello l’ha interessata e incuriosita, ispirata o divertita. Questi materiali sono stati affidati alla fondazione del Corriere della Sera che li conserva nel proprio Archivio per poter essere consultati e studiati.
Ma la vera eredità che Fernanda ci lascia è la sua intraprendenza e la sua determinazione, l’allegra civetteria con cui ha sempre spazzato via la pesantezza dell’intellettualismo e la capacità di accogliere, sempre, e senza giudicare. Con il suo incredibile fiuto per il talento e con la sua testardaggine, non anteponendo mai la propria ambizione personale, ci ha permesso di apprezzare tanti capolavori e ci ha portato nel cuore dell’America più vera. Ogni volta Fernanda ha raccolto la sfida e ogni volta ha spostato un po’ più in là l’idea di confine, esplorando il significato concreto di una parola tra tutte: libertà.
Ingresso libero con Cinetessera
Ingresso intero senza Cinetessera € 7,50
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