Thriller con sfumature science-fiction nel quale la coscienza di Ben Kingsley defluisce nel corpo del giovane e in forze Ryan Reynolds. Tarsem Singh tenta un colpaccio nel tentativo di ritrovare i fasti dell'esordio "The Cell" di inizio millennio
Tarsem Singh arriva con un nuovo prodotto di science-fiction scritto da David Pastor e Àlex Pastor. Self/less è interpretato da Ryan Reynolds, Ben Kingsley, Matthew Goode e Michelle Dockery e l'arrivo nelle sale cinematografiche statunitensi è previsto per il 31 luglio 2015. Il regista viene dai recenti Biancaneve e Immortals, decisamente orientati a un target di adolescenti.
L'ambiziosa trama vede un uomo non più nel fiore dell'età, che sta per morire di cancro, che decide di trasferire la sua coscienza in un giovane in salute attraverso una complessa procedura medica dalla quale non possono non derivare anche inevitabili complicazioni. Ma la questione medico-chirurgica non è la sola a destare sospetti, perché l'origine del corpo ospite non è quella che sembra a prima vista: che cosa si nasconde dietro a questo miracolo della tecnologia medica?
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Il regista di origini indiane ci prova con il quinto lungometraggio dopo che le sue ultime due performance non sono state proprio all'altezza del nome che si era fatto all'inizio. Già, perché quel The Cell - La cellula con Jennifer Lopez, che all'inizio era stato deriso da tutti, con il tempo si è rivelato un film importante e all'avanguardia per la sua capacità di giocare con le sequenze oniriche e con la commistione di generi: era il 2000 e un film del genere difficilmente si era visto in precedenza, sfacciatamente lontano dal realismo delle detective story così come erano concepite e che cercava di tradurre in immagini alcune paturnie da psico-thriller.
La possibilità di riuscita del genere science-fiction sono sempre più alte al giorno d'oggi, soprattutto grazie alle opportunità fornite dalla computer grafica, che consente di realizzare scenari e modellare immagini che prima avrebbero richiesto investimenti clamorosi in effetti visivi e speciali. Film come Lucy e Splice dimostrano che lo science-fiction può funzionare anche senza i budget da capogiro dell'età d'oro di Atto di forza e simili, dove si raggiungevano risultati di livello solo con produzioni forti alle spalle.
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