Recensione di Ant-Man: Sembrava un autentico fallimento sulla carta, ma sullo schermo diventa invece uno spassoso cinecomic che mescola (tanta) commedia e (meno) azione per raccontare l'outsider e lo sfigato per eccellenza dell'Universo Marvel
Sembrava l'idea peggiore che la Marvel avesse mai potuto avere, trasporre sul grande schermo le avventure di Ant-Man, non certamente tra gli eroi più celebri della mitica casa, né tantomeno tra quelli più carismatici e cool. Eppure, la produzione ha giocato proprio su questi elementi per portarci un personaggio che sappia veramente di freschezza nell'universo in saturazione dei cinecomic. Ant-Man è figo proprio perché non è un miliardario come Iron-Man, un Dio come Thor o un super soldato come Capitan American; al contrario, è un poveraccio in disgrazia appena uscito di prigione, divorziato dalla moglie e con una figlia che riesce a malapena a vedere. Il suo potere, poi, è uno che a prima vista potrebbe addirittura sembrare una debolezza: al contrario di Hulk, che si gonfia fino a diventare un super colosso, Ant-Man si rimpicciolisce fino ad avere le dimensioni di una misera formica.
Pare una barzelletta, e forse in verità lo è, tanto che la Marvel ha ingaggiato, per l'occasione, un regista proveniente dalle commedie come Peyton Reed, le cui precedenti pellicole comprendono Yes Man, Ragazze nel pallone e Abbasso l'amore – Down With Love. La stessa cosa per il protagonista Paul Rudd, volto proveniente dal club Apatow e da film quali 40 anni vergine, Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy e Molto incinta. L'adattamento intende palesemente puntare sull'umorismo e così fa, risultando, senza ombra di dubbio, uno degli hero movie più divertenti del panorama. Merito di una squadra di sceneggiatori comprendenti Edgar Wright (L'alba dei morti dementi) e Adam McKay (Fratellastri a 40 anni) ovviamente, ma anche e soprattutto di una mano registica capace di scorrere leggera e vibrante per le quasi due ore di durata, passando dalle gag all'azione con un'invidiabile fluidità.
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A completare la squadra, una galleria di comprimari tutti da ridere, a iniziare dal sidekick Michael Peña, che dovrebbe veramente essere sfruttato di più in operazioni di questo genere. Insomma, la Marvel ce l'ha fatta ancora una volta; anzi, diremo di più: Ant-Man ha davvero la pelle dell'instant cult, del classico per ragazzi (e non), e basti vedere tutte le scene con il nostro eroe in versione microscopica mentre tenta di cavarsela fra gli ostacoli di un mondo improvvisamente ingigantito: praticamente un cartoon, un po' A Bug's Life e un po' Z la formica, con la differenza che qui c'è pure dell'eccitante action, una comparsata di Falcon / Anthony Mackie e un Michael Douglas in assoluta forma.
Voto della redazione:
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