Da "Mr. Nobody" di Jaco Van Dormael a "CJ7" di Stephen Chow, ecco alcuni imperdibili sci-fi anni degli 2000 non troppo noti al grande pubblico
Sì a Inception, Gravity, District 9 e Avatar, ma ovviamente, gli anni 2000 ci hanno regalato numerose altre pellicole sci-fi da ricordare, per quanto magari meno note alle grandi masse.
Bellissimo e intrippante al punto giusto, ad esempio, è Mr. Nobody di Jaco Van Dormael, con Jared Leto nei panni di un uomo in crisi che rivisita le numerose diramazioni che la sua vita ha avuto / avrebbe potuto avere. L'elemento fantascientifico c'è, ma a prevalare è anche e sopratutto il mood esistenziale, malinconico e romantico della vicenda. Alla fine, a risultare è un puzzle tanto sfuggente quanto evocativo e toccante.
Assolutamente sottovalutato, poi, è L'albero della vita – The Fountain di Darren Aronofsky, diventato oggetto di sfottò subito dopo la sua anteprima mondiale al Festival di Venezia del 2006. Eppure, il film è in verità una bomba di suggestione, megalomane ma denso di fascino, incontrollato ma perennemente intenzionato a spingersi oltre, a costo di apparire eccessivo e freak.
Per un po' di spirito pop, ecco invece Chronicle di Josh Trank e Attack the Block di Joe Cornish, godibilissime avventure sci-fi che hanno la consistenza dell'instant cult giovanile: frizzanti, dark, divertenti e oliati al punto giusto da non avere intoppi.
Infine, andando tra le lande asiatiche, segnatevi CJ7. Ad allestire la magia è il grande Stephen Chow, che abbandona momentaneamente la grandeur di Shaolin Soccer e Kung Fusion per darsi a un racconto più intimo ma ugualmente meraviglioso. Vedetelo un po' come una sorta di E.T. L'extraterrestre in salsa asiatica: l'empatia è la medesima, così come la commozione.
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