Dopo il suo recente intervento a parziale giustificazione delle avances maschili, Catherine Deneuve ritratta parzialmente quanto detto sulle molestie sessuali
La libertà di importunare una donna fino a che punto può spingersi? Rimane sempre più un mistero, visto che ogni donna forse ha la sua opinione in proposito e forse sarebbe meglio che si fissasse il discorso sul manifesto consenso tra le parti.
Anche per questo motivo Catherine Deneuve è tornata ad intervenire sulla questione, perché occorre ormai, quasi sempre, aggiustare il tiro quando si fanno dichiarazioni pubbliche e inevitabilmente ci sono reazioni impreviste.
Di queste reazioni la Deneuve si è sentita preoccupata ed è stata sensibile, tanto da ritornare sull'argomento in una lettera inviata ieri sera al quotidiano Liberation scusandosi per le sue affermazioni apparse su Le Monde.
Intanto la Deneuve si scusa con tutte le vittime di molestie che può aver offeso con le sue dichiarazioni. E poi ha aggiunto: "Sì, mi piace la libertà. Non mi piace questa caratteristica dei nostri tempi per cui chiunque si sente di avere il diritto di giudicare, sentenziare, condannare. Un tempo nel quale semplici accuse sui social media generano condanna, dimissioni e qualche volta, e spesso, il linciaggio da parte dei media... Non giustifico nulla. Non decido la colpevolezza di questi uomini perché non sono qualificata per farlo. E pochi sono... No, non mi piace questa mentalità da branco".
La Deneuve ha inoltre ammesso qualche perplessità sulla stessa petizione che ha firmato, trovandola di certo "vigorosa", ma non "perfettamente corretta": "Sì, ho firmato questa petizione e tuttavia mi sembra assolutamente necessario oggi sottolineare il mio disaccordo con il modo in cui alcuni firmatari reclamano il diritto di influenzare i media, distorcendo lo spirito del testo originale".
E poi ha citato una donna anonima apparsa in tv che ha dichiarato che è possibile avere un orgasmo durante una violenza sessuale. E questo risulta davvero intollerabile come affermazione per chi ha subito il crimine.
La Deneuve ha, inoltre, ricordato, che spesso nella sua lunga carriera, iniziata a soli 17 anni, è stata testimone di varie situazioni non proprio delicate nell'ambiente di lavoro, di registi che hanno abusato del loro potere in maniera vile.
Ma il punto che sta a cuore alla Deneuve è di sicuro l'esagerata voglia di censurare ogni aspetto delle persone specialmente nell'arte. Ovvio che non si può fare, perché altrimenti dovremmo cancellare in blocco una serie lunghissima di artisti da Leonardo Da Vinci a Sade a Gauguin o Egon Schiele...
La Deneuve infine conclude dicendo di essere stata spesso rimproverata per non essere stata una femminista, pur tuttavia ricorda di essere stata una delle 343 donne che avevano firmato il manifesto del 1971 difendendo i diritti dell'aborto.
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