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Autore Redazione :: 3 Aprile 2017

Studio Universal (Mediaset Premium DT) a partire dal 4 aprile, ogni martedì alle 21.00, festeggia gli 80 anni di Jack Nicholson (22 aprile), uno degli attori maggiormente premiati nella storia del cinema, con quattro celebri film ed un Focus

Jack Nicholson

Studio Universal (Mediaset Premium DT) a partire dal 4 aprile, ogni martedì alle 21.00, festeggia gli 80 anni di Jack Nicholson (22 aprile), uno degli attori maggiormente premiati nella storia del cinema, con quattro celebri film ed un Focus realizzato dal Canale con un’esclusiva intervista a Patrick Mc Gilligan, suo biografo.

Titoli in ordine di trasmissione:
Easy Rider  - 4 Aprile alle 21.15
L’onore dei Prizzi  - 11 Aprile alle 21.15
Le streghe di Eastwick - 18 Aprile alle 21.15
Ironweed - 25 Aprile alle 21.15

Si parte con Easy Rider (1969) di Dennis Hopper. Il film rappresenta il primo grande successo dell’attore grazie al ruolo di dell’avvocato alcolizzato e tossicodipendente che lo impone all’attenzione del pubblico e della critica e che gli vale la prima di una lunga serie di nomination all’Oscar.

Ne L’onore dei Prizzi (1985) di John Huston, Jack Nicholson si inventa il più spettacolare killer mafioso del cinema americano mentre incarna il diavolo in persona nel satirico Le streghe di Eastwick (1987) di George Miller. Infine in Ironweed (1987) insieme a Meryl Streep dà vita al barbone alcolizzato, nell’esordio hollywoodiano dell’argentino Hector Babenco. I film della rassegna saranno accompagnati da un focus esclusivo prodotto dal canale.

Regista, sceneggiatore, produttore, ma soprattutto interprete istrionico, eclettico e dalla personalità dirompente, Jack Nicholson, con la sua capacità di trasformare un sorriso in un malefico ghigno, è considerato una delle star più complete e memorabili del panorama hollywodiano ed è l’attore che detiene il record di candidature al Premio Oscar, ben 15, tra cui 3 vinti.

MCGILLIGAN: “Io dico che è davvero il Bogart della nostra generazione e dico che è un Bogart con le lacrime perché in molti film piange, mostra le sue emozioni, mentre Bogart è famoso per non farlo. Il suo lavoro è così profondo e la sua personalità così notevole... davvero per me è il nostro Bogart.”

Jack Nicholson nasce in New Jersey il 22 aprile 1937 e la composizione della sua famiglia è piuttosto complessa, tanto che Jack scoprirà solo in età adulta da un giornalista del “Time” la verità sulle sue origini: la sorella June è in realtà sua madre, che lo ha partorito a soli 16 anni dopo una breve relazione con lo showman di origini italiane Donald Furcillo, mentre quella che credeva sua mamma Ethel è sua nonna.

MCGILLIGAN: “È cresciuto con sua nonna che fingeva di essere sua madre e sua madre che fingeva di essere sua sorella, ma in realtà Jack ha avuto un'infanzia molto molto felice, perché tutti lo amavano e lo trattavano come l'unico ragazzo in casa, dal momento che il padre era scappato ed era diventanto un alcolizzato. Ma è cresciuto in un ambiente molto amorevole ed è una bella immagine dell'America”.

Dopo il liceo, Jack insegue il suo sogno di diventare attore e si trasferisce a Hollywood, dove inizia una lunga gavetta. Il suo debutto nel cinema risale al 1958 con The Cry Baby Killer diretto da Jus Addiss e il suo primo memorabile ruolo è quello dell'eccentrico avvocato George Henson in Easy Rider di Dennis Hopper del 1969. Il suo strampalato discorso sui Venusiani rimane celebre e gli consente di ottenere una candidatura all'Oscar come miglior attore non protagonista.

MCGILLIGAN: “È incredibilmente affascinante sin dal primo momento in cui appare nel film e il film aveva bisogno di un personaggio del genere. Porta il suo messaggio e dice ciò che gli altri due personaggi non possono esprimere: che l'America sta perdendo le sue migliori personalità in vari modi.
È un attore che lavora sodo in modo incredibile, che era pronto per l'impatto con la celebrità. Sembrava così sciolto davanti alla telecamera da far eclissare Fonda e Hopper, i protagonisti del film. Ha davvero creato lui il film”.

Dopo Easy Rider la sua carriera viene lanciata improvvisamente e Jack Nicholson diventa uno degli attori più richiesti a Hollywood. Gli anni successivi sono un susseguirsi di nomination agli Oscar, grazie a film come Cinque pezzi facili di Bob Rafelson, L'ultima corvè di Hal Ashby e Chinatown di Roman Polanski. E' nel 1975 che Nicholson riesce finalmente a strappare all'Academy il premio Oscar come migliore attore protagonista per la straordinaria interpretazione dell’internato in un ospedale psichiatrico in Qualcuno volò sul nido del cuculo di Milos Forman.

MCGILLIGAN: “Qualcuno volò sul nido del cuculo è una vera e propria impresa cinematografica collettiva, con un sacco di improvvisazione durante la recitazione da parte sia di Jack che di tutti gli altri interpreti”.

Nei primi anni Ottanta Nicholson interpreta nuovi indimenticabili ruoli, come quello dello psicopatico Jack Torrance in Shining di Stanley Kubrick o il ruolo romantico in Voglia di tenerezza di James L. Brooks, grazie al quale conquista la sua seconda statuetta nel 1983 come miglior attore non protagonista.

MCGILLIGAN: “Ha vinto per Voglia di tenerezza, interpretando il tipo di personaggio che nessuno avrebbe immaginato. Era romantico, dolce, gentile, una sorta di fallito innamorato di Shirley MacLaine. Un personaggio senza il quale il film avrebbe avuto molto meno umorismo e calore”.

Negli anni successivi Nicholson veste con talento e disinvoltura i panni dei più disparati personaggi: il malvivente nella grottesca caricatura della mafia italo-americana L’onore dei Prizzi, in cui recita con la compagna storica Anjelica Huston, diretti dal padre di lei John; il folle Joker nel film Batman di Tim Burton; il senzatetto in Ironweed di Hector Babenco e il diabolico Daryl ne Le streghe di Eastwick di George Miller.

Nel 1997 Jack Nicholson vince per la terza volta il Premio Oscar, il secondo  come attore protagonista, per l'interpretazione del lunatico scrittore in Qualcosa è cambiato, nuovamente diretto da James L. Brooks.

MCGILLIGAN: “Vince come miglior attore per Qualcosa è cambiato, un film molto complicato, difficile, una commedia drammatica impegnativa con lui che recita uno dei suoi ruoli più irascibili e in qualche modo antipatici e durante tutto il film cerca gradualmente di fare in modo che lo comprendiamo e apprezziamo”.

Il successo di Nicholson è inarrestabile, ma le notizie che circolano su Jack non riguardano solo la sua carriera cinematografica. Riviste e tabloid non perdono occasione, infatti, per riportare indiscrezioni sulla sregolata vita privata e sentimentale dell'attore.

MCGILLIGAN: “Non è possibile fare un calcolo delle sue amanti, ma alla fine è diventato sessualmente molto attivo con tante fidanzate e relazioni più o meno lunghe.Molti suoi amici di lunga data hanno messo su famiglia, ma Jack sa come riempire questo buco con la felicità, lui sa cosa è divertente per lui, che si tratti di sciare o andare alle feste o viaggiare verso l'Europa. Nonostante sia stato comunque sposato e abbia avuto dei figli,non è quello il ruolo per cui è nato, nella vita reale o sullo schermo... la paternità, l'essere un marito fedele, non sono cose che gli appartengono”.

La notizia che il pubblico spera di ricevere presto, però, è quella di un ritorno sugli schermi di Nicholson, dopo la sua ultima interpretazione nel film Come lo sai di James L. Brooks del 2010.

Dopotutto, Jack non sembra affatto risentire degli acciacchi della sua età...

MCGILLIGAN: “Adoro l'aneddoto di una donna che blocca lui e Danny DeVito sulla via del campo da golf e dice "Oh signor Nicholson, ci dispiace così tanto per i suoi problemi di memoria, amiamo lei e i suoi film e speriamo che si senta meglio". Così Jack le gira intorno, recita un lungo monologo di Shakespeare a memoria e poi le dice: "Signora, il mio cervello sta bene!" e se ne va a giocare a golf con Danny DeVito”.

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