Ritratto di Rosa Maiuccaro
Autore Rosa Maiuccaro :: 3 Giugno 2014

Nella splendida cornice della penisola Sorrentina dove si sta tenendo in questi giorni il Social World Film Festival (Vico Equense, 1-9 giugno) abbiamo intervistato la splendida attrice romana Simona Cavallari

Simona Cavallari

Reduce dal grande successo di fiction quali Squadra Antimafia – Palermo oggi e Le Mani dentro la Città, Simona Cavallari si è raccontata ai nostri microfoni mostrando tutta la classe e la sobrietà che la contraddistinguono. Aveva solamente diciassette anni quandò esordì nel ruolo di Ester Rasi ne La Piovra 4 (una delle serie televisive italiane più famose al mondo) e nel 1994, giovanissima presentò al Festival di Cannes con il film Il Sogno della Farfalla di Marco Bellocchio. Dopo vari lavori teatrali, dal 2000 è diventata uno dei volti più noti della fiction italiana. L’attrice ha tenuto a precisare quanto sia grata di aver interpretato una poliziotta idealista ed incorruttibile come Claudia Mares di Squadra Antimafia (serie TV a cui ha preso parte dal 2009 al 2012), sottolineando però anche la sua voglia di cimentarsi d’ora in poi in qualche ruolo completamente diverso.

Ha recentemente dichiarato di essere un po’ stufa di interpretare il ruolo della poliziotta.
Stufa no perché è stato un ruolo che mi ha regalato anche molte soddisfazione, specialmente Squadra Antimafia. Però avrei tanta voglia di cimentarmi in qualcos’altro.

Che cosa ha significato per lei interpretare per tanti anni il ruolo di una paladina della giustizia?
Innanzitutto mi ha regalato l’amore di tanti giovani, in particolar modo di tante donne, cosa che mi ha fatto un immenso piacere perché la loro ammirazione non è così scontata. Molte di loro mi scrivono dicendomi che guardandomi recitare hanno deciso di intraprendere determinate carriere o che si sono appassionate ai temi della legalità. Credo che vestire i panni di una donna così retta e così amante della giustizia in tutti i campi sia stata una fortuna per me.

Però effettivamente in Italia c’è questa tendenza a scegliere determinati attori sempre per gli stessi ruoli. Si è sentita mai forzata in alcune scelte che ha dovuto fare nel corso della sua carriera?
Sì, un po’ sì ma, come me, credo molti altri attori italiani. Penso che, come altre attrici che recitano continuamente in commedie, abbiamo voglia di sperimentare altro. Purtroppo in Italia si rischia poco e i produttori sono convinti che le persone non vogliano vederti in altri ruoli quando invece credo che gli spettatori abbiano una mentalità molto più aperta.

Agli inizi della sua carriera aveva intrapreso un interessante percorso a livello cinematografico. Le manca il cinema?
Più che altro mi mancano le modalità di lavoro del cinema dove i tempi sono più stretti ma si è più rilassati rispetto alla televisione dove i ritmi sono serratissimi. Ho recitato per la televisione così tanti anni che credo sia stata un’ottima palestra. Ora sono pronta a tutto.

La popolarità televisiva è spesso molto immediata e travolgente. Come è riuscita una donna schiva e riservata come lei a fare i conti con questo aspetto della sua carriera?
Credo che quella di chi si lamenta delle attenzioni del pubblico sia una tattica. Io, come tanti altri, sono la dimostrazione che, se si vuole, è possibile condurre una vita riservata. Abito in un piccolo centro vicino Roma e vivo una vita tranquilla. Sono una mamma come tante che la mattina si sveglia e accompagna i figli a scuola tutta stropicciata. Così anche chi mi guardava con diffidenza ha capito che la mia vita è come quella di tutti gli altri.

Un ultimo commento ovviamente su questo festival di cinema così giovane (questa è la quarta edizione del Social World Film Festival, ideato dal giovane direttore artistico Giuseppe Alessio Nuzzo, n.d.r.)
È un grande piacere essere per me qui e poter ammirare questo panorama incantevole. Trovo che il Social World Film Festival sia un’iniziativa sorprendente perché organizzata da un team di giovani, cosa molto rara in un Paese in cui per i giovani non sembra mai esserci spazio. Spero che possa andare avanti il più possibile. La prerogativa dei giovani poi è la forza, il coraggio e la determinazione quindi sono convinta che chi è dotato di una grande passione e di talento, insistendo, possa farcela.

 

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