M3gan di Gerard Johnstone, intelligenza artificiale che diventa horror
M3gan di Gerard Johnstone, intelligenza artificiale che diventa horror
M3gan di Gerard Johnstone, intelligenza artificiale che diventa horror sempre più sofisticato in base alla quantificazione del dettaglio tecnologico...
In effetti, col passare dei minuti vengono in mente tre o quattro film che lo precedono in modo quasi sconcertante. A parte le varie bambole horror come La bambola assassina, in primis direi S1m0ne di Andrew Niccol e naturalmente il successivo Ex Machina di Alex Garland e naturalmente Terminator. Mentre campeggiano anche nella locandina i produttori di Annabelle, James Wan e la Blumhouse produttrice di Blackphone
Poche citazioni (ce ne sarebbero almeno più decine) che servono soltanto ad inquadrare questo ennesimo tentativo di fare il punto della situazione sull'avanzamento tecnologico, ma non solo...
Perché Johnstone punta invece molto più sulla relazione tra umanità e macchina tecnologica, tanto è vero che nella scena iniziale la stessa protagonista è una delle tante bambine che non molla per un secondo il cellulare o qualsiasi game.
Ma la nuova bambola contribuisce ad elevare molto di più il tipo di relazione con lo strumento tecnologico. Il suo nome M3gan sta per "Model 3 Generative ANdroid". Si tratta quindi di un avanzamento molto consistente nella capacità degli androidi di interagire con gli umani. Presto si stabilisce una sorta di rapporto molto intimo, che porta l'utente a preferire la macchina rispetto ad un'altra persona in carne ed ossa...
Questa evidenza non fa che alzare il livello di interesse economico, in quanto una eventuale produzione di massa sarebbe dietro l'angolo, visto che qualsiasi bambino non ne potrebbe fare a meno...
A questo punto il film di Johnstone si perde un po' nella interessante premessa che poi sfocia nel classico horror con la bambola che si trasforma in un Terminator: lo ricorda la capacità di resistere a qualsiasi attacco e i materiali con cui è stato costruito praticamente indistruttibili... Seguono le scene di suspense, inseguimento ed un po' di splatter...
Occasione un po' sprecata nella seconda parte, mentre la prima parte è pienissima di tensione, soprattutto quando un genitore deve affrontare l'invadenza di uno strumento tecnologico come un robot in grado di far tutto e di sostituirsi ad un umano.
Interessante è la parte che riguarda, sempre nella prima parte, le deficienze affettive della zia Gemma che si prende cura di Cady, trattandola come un adulto, e continuando ad occuparsi del suo lavoro come se esistesse soltanto quello...
M3gan rimane una scheggia impazzita nel panorama dell'immaginario cinematografico che ormai da molti decenni riflette sull'evoluzione delle macchine e tenta di comprendere come e quando e soprattutto quanto potrà modificare l'umanità.
Voto della redazione:
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