Una singolare analisi sulle scene di lotta indica la saga di Bourne come metro di comparazione per valutare le variazioni nelle scene di azione
Una singolare analisi sulle scene di lotta indica la saga di Bourne come metro di comparazione per valutare le variazioni nelle scene di azione.
Secondo Kevin B. Lee c'è stata una sostanziale accelerazione nei movimenti attoriali: si tende da una parte a rendere l'azione molto più sincopata al limite del confuso, tanto che lo spettatore non è più in grado di cogliere i dettagli. Ed anche a concentrare l'attenzione sulla scena eliminando ogni accompagnamento musicale. E questo a prescindere dai vari registi che si sono avvicendati dietro la macchina da presa da Doug Liman a Paul Greengrass.
Per questo motivo una scena viene appositamente rallentata da Lee, per mostrare che forse si è un po' esagerato nella messa in scena di movimenti davvero fulminanti, ma anche fin troppo caotici.
Dall'altra parte si nota una vicinanza all'azione, con la macchina da presa che riprende da vicinissimo i corpi degli attori, sembra quasi di trovarsi in mezzo in certi casi.
Sarà davvero questo il futuro delle scene action di cui la serie cinematografica con protagonista Jason Bourne è un fulgido esempio degli ultimi anni?
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