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Autore Redazione :: 28 Agosto 2015

Il punto di vista nel cinema dei fratelli Coen riveste un ruolo fondamentale. Vediamo il video contenente molte riprese di questo tipo nei loro film

The Big Lebowski

Cos’è il punto di vista nella narrazione cinematografica? Praticamente tutto, perché dove si posiziona la macchina da presa ha fatto la differenza tra un film e l’altro. In breve si può dire che l’occhio della macchina da presa corrisponde sempre a un punto di vista: in senso lato a una scelta del regista, alla sua visione del mondo. Nello studio di Edward Branigan dedicato al punto di vista (Point of View in the Cinema: A Theory of Narration and Subjectivity), il punto di vista corrisponde alla scena che un osservatore può vedere in un dipinto o film da una particolare posizione. Se dunque in molti casi la posizione della macchina da presa può considerarsi un punto x neutro, in altri invece questa posizione può concidere con ciò che vede un personaggio nel film. Parliamo in questo caso di identificazione. In altri casi il punto di vista corrisponde esattamente alla posizione di una microspia, una webcam, posta in una posizione pressoché impossibile. Per esempio che cosa si vedrebbe dal fondo di un cestino mentre buttiamo un rifiuto. Si vedrebbe il rifiuto cadere ecc.

Proprio i fratelli Coen hanno mostrato di utilizzare il punto di vista in molti modi diversi. Questo espediente come si può vedere nel video di Jacob T. Swinney è stato utilizzato nei seguenti film.

Blood Simple (1984), Raising Arizona (1987), Miller's Crossing (1990), Barton Fink (1991), The Hudsucker Proxy (1994), Fargo (1996), The Big Lebowski (1998), O Brother, Where Art Thou? (2000), The Man Who Wasn't There (2001), Intolerable Cruelty (2003), The Ladykillers (2004), No Country for Old Men (2007), Burn After Reading (2008), A Serious Man (2009), True Grit (2010), Inside Llewyn Davis (2013)

Non c’è dubbio, come sostiene Jacob T. Swinney in un articolo su No Film School, che “i Coen tendano a utilizzare il punto di vista per immergere meglio lo spettatore nella scena, ma lo stesso espediente è spesso usato soltanto per offrire una prospettiva unica che può essere creata solo attraverso il cinema”.

In questi film non bisogna tuttavia dimenticare il fondamentale apporto del direttore della fotografia Roger Deakins, che con le sue 12 nomination all’Oscar, dimostra di essere uno dei DOP più importanti nel panorama contemporaneo. Dalla sua collaborazione con i Coen si comprende quanto siano importanti nel cinema le relazioni tra i vari reparti tecnici. Tanto che si può certamente affermare che lo stile di Deakins ha avuto un impatto formidabile nel cinema dei Coen.

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