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Autore Pierre Hombrebueno :: 26 Giugno 2015

Qual è la più grande difficoltà per chi tenta di fare cinema al giorno d'oggi? Provano a rispondere alcuni cineasti presenti al BAMCinemaFest di New York, individuando diversi elementi su cui vale certamente la pena riflettere

Karyn Kusama

Quali sono le più grandi difficoltà nel fare cinema al giorno d'oggi? Provano a rispondere alcuni cineasti presenti al BAMCinemaFest, interpellati per l'occasione da Indiewire. Ecco ad esempio cosa pensa in proposito Karyn Kusama, regista di Jennifer's Body ed Aeon Flux: “Il budget. È sempre più difficile raggiungere un budget adeguato, cioè riuscire a pagare tutti con un compenso corretto, avendo poi ulteriore tempo e risorse per fare il tuo film dall'inizio alla fine con cura e prospettiva. Ora, con dei fondi sempre più spremuti, i filmmaker sono obbligati ad escogitare nuovi metodi lavorativi, con più adattabilità e vigore”. 

Problemi economici anche per i documentaristi Jon Nealon e Jenny Raskin, che però continuano ad avere fiducia nel futuro: “La cosa più difficile per noi e probabilmente per gran parte dei documentaristi è riuscire ad avere i soldi per fare il film. Ma fortunatamente, negli anni in cui abbiamo iniziato a lavorare nel settore, si è sviluppato il crowdfunding. Anche se i soldi che siamo riusciti ad ottenere su Kickstarter non erano sufficienti per fare il film, ci hanno comunque permesso d'iniziare la produzione. Da lì, siamo poi riusciti a raccogliere altri fondi per finire la pellicola. E ovviamente, molte persone hanno lavorato al film per amore, prestando servizio in maniera gratuita o quasi”. 

[Leggi anche: Andare in una scuola di cinema è necessario? La risposta di alcuni registi indie americani]

Dall'altra parte, sono decisamente più positivi Andrew Lampert e Owen Kline, responsabili del cortometraggio Jazzy for Joe: “Non è difficile fare dei film ai giorni d'oggi. Ottenere una videocamera è facile, e dopo puoi montare col pc portatile. Tutto può essere fatto in maniera relativamente veloce ed economico, oggi ci sono meno barriere. Anche se non significa proiettare la tua pellicola in un grande cinema come il BAM, esistono piattaforme come Youtube o Vimeo dove puoi attrarre un vasto pubblico, e alla fine, si tratta solamente di condividere il tuo lavoro con gli altri”. Ad essere d'accordo con loro è C. Mason Welles, attore per Aaron Katz e regista di Judy, Judy, Judy, il quale ha però sottolineato quanto il problema sia invece “fare in modo che il pubblico s'interessi al tuo film”. 

E voi, cari lettori, come la pensate sull'argomento?

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