Ritratto di Davide Comotti
Autore Davide Comotti :: 4 Marzo 2015
ITALIA UNDERGROUND

Roma criminale

Luca Lionello è il Toretto

Da tempo si parla di crisi nel cinema “di genere” italiano: se da una parte questo dato è innegabile (sistema produttivo diverso, meno attori e registi validi), dall’altra ci sono però continui segnali di vita. Esperimenti underground, un magma creativo che si estende a vari filoni e talvolta riesce ad avere anche una discreta diffusione. Il poliziesco, uno dei generi per eccellenza degli anni d’oro, rivive non solo grazie a grandi nomi come Sollima, Soavi e Fragasso, ma anche attraverso registi indipendenti o semi-indipendenti: dopo i vari Calibro 70, La banda del brasiliano e Piano 17, esordisce alla regia con Roma criminale (2014) Gianluca Petrazzi, figlio del celebre attore e stuntman Riccardo che tanto ha lavorato negli anni Settanta. Trattasi di un esperimento – va detto – riuscito a metà, ma che presenta più lati positivi che negativi e che sicuramente porta una nuova boccata d’ossigeno a questo genere così amato dal pubblico.

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Roma criminale è innanzitutto un’operazione nostalgica e condotta con occhio da appassionato, ricca di citazioni dalle atmosfere “ciniche infami e violente” dei ruggenti seventies, fra poliziotti poco ortodossi, sparatorie e coattume romano esibito con gusto. Vintage fin dal titolo, che richiama i vari Roma violenta e Roma a mano armata, include nel cast persino Massimo Vanni e Corrado Solari, due vecchie glorie dai volti inconfondibili che omaggiano i loro vecchi personaggi facendo ancora una sporca (nel senso buono) figura. Protagonista è il commissario Lanzi (Alessandro Borghi), che da piccolo ha visto assassinare il padre per mano del Toretto (Luca Lionello), un feroce criminale che ora è appena uscito di prigione. Insieme all’anziano Gargiulo (Vanni), collega e figura paterna, si mette sulle sue tracce ossessionato dal desiderio di vendetta e giustizia; il Toretto si è nel frattempo unito a un narcotrafficante sudamericano, il Columbia, con il quale sta preparando un grosso colpo.

Punto forte di Roma criminale sono innanzitutto le scene d’azione, poche ma ben realizzate e di discreta lunghezza – d’altra parte, la regia e il cast tecnico provengono dal mondo degli stunt: c’è la consueta rapina all’inizio, con inseguimento per le strade romane e car-crash fracassoni, e poi la lunga parte conclusiva, dalla sparatoria in banca al nuovo inseguimento fino alla resa dei conti in salsa western. Non manca neanche una (breve) scazzottata nel bar, frequentato da trucidi come G-Max dei Flaminio Maphia, e la crudele esecuzione di un traditore schiacciato sotto una pressa. A questo, si unisce tanta nostalgia del poliziesco anni Settanta – a cominciare dalla prima scena ambientata negli anni Ottanta, quando vediamo il Toretto ferito e con una sciarpa tipo quella del Gobbo in Roma a mano armata. Già, perché è proprio al furente Milian che si ispira il personaggio di Lionello, vera star del film che offusca un po’ la figura del giovane commissario: è il tipico “poliziotto scomodo”, caparbio e vendicativo, sospeso dal servizio e che continua le indagini da solo, ma che Borghi non rende appieno col giusto carisma. Lionello dà vita invece a un personaggio bello trucido (il Toretto vuole riprendere il Vincenzo Moretto di Milian), anche nel look monnezzaro: memorabile la scena nella tipica osteria romana mentre alla radio suonano La società dei magnaccioni, il dialogo con Solari che ricorda le vecchie imprese, oppure i continui confronti con il viscido Columbia (Simone Colombari) in cui emerge l’opposizione tra “vecchia” e “nuova” malavita.

Il film stesso sembra essere, in certi momenti, una meta-narrazione della nostalgia per i tempi passati, con la consapevolezza che non torneranno mai più. Buone anche le location, dalle strade assolate ai ristoranti di borgata, dai palazzoni all’immancabile autofficina. Citazioni esplicite sono anche il commissario Lanzi (che richiama il Tanzi di Maurizio Merli) e il bel personaggio di Gargiulo, che Massimo Vanni interpretava nelle “squadre” di Bruno Corbucci e di cui si ripropone anche la battuta su Via Ipponatte (Squadra antitruffa). Roma criminale è penalizzato dalla scarsità del budget (che avrebbe consentito più scene d’azione), da una sceneggiatura un po’ confusionaria e da dialoghi non sempre all’altezza. Camei per Claudio Fragasso, Simona Cavallari e Simone Corrente.

 

 

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