Da "Il posto delle fragole" a "La montagna sacra": alcuni titoli in cui trovare archetipi e concetti del padre della psicologia analitica
La psicanalisi continuerà sempre ad influenzare l’arte, il cinema in particolare. Ciò però non vuol dire che dietro ad ogni mistero dell’inconscio ci sia lo zampino di Sigmund Freud. Non tutti infatti ricordano che, oltre all’autore de L’interpretazione dei sogni, la psicologia deve moltissimo a Carl Gustav Jung. Lui, fondatore della psicologia analitica, ha saputo andare oltre l’individuo, ripensare ai miti e agli archetipi che coinvolgono l’umanità tutta. Ecco alcuni film che sono stati sicuramente influenzati dal pensiero junghiano:
Il posto delle fragole
Il protagonista è l’anziano professor Isak Borg il quale professa immediatamente la sua mancanza di fede nell’umanità, è cinico nei confronti della stessa società che lo vuole premiare e questo fa di lui già l’archetipo del Vecchio Saggio, colui che solitamente si riconosce nella figura del filosofo. Nel corso del film il personaggio verrà turbato da diversi sogni – uno fra tutti quello che gli preannuncia simbolicamente la sua morte – ed è proprio nella sua attività onirica che si può riconoscere l’archetipo dell’ombra, la parte più oscura e negativa della nostra psiche.
Lettera da una sconosciuta
Il capolavoro di Max Ophuls è probabilmente il film più elegante in cui vengono trattati temi junghiani come quello dell’archetipo dell’Ombra (la parte più oscura e scomoda della nostra psiche), dell’identità e della proiezione di sé. Lisa (Joan Fontaine) scrive una lettera a Stefan Brand (Louis Jourdan) in cui gli confessa di averlo amato per tutta la vita. L’uomo però, che si appresta ad affrontare un duello nella notte viennese, non riesce a ricordare chi sia la sua interlocutrice. L’ombra di lei in questo caso è la sua paura di essere rifiutata o ignorata, proprio per questo la donna costruisce una sua storia personale fatta di proiezioni ed illusioni.
Prometheus
Il film di Ridley Scott non è solo ispirato al mito di Prometeo (la divinità greca che avrebbe creato l’umanità fornendola di fuoco e conoscenza), è anche un concentrato di influenze junghiane a partire dalle “potenze numinose”, gli archetipi riconosciuti trasversalmente dall’umanità e che spesso riprendono figure mitiche e religiose. La storia prevede una sorta di ribaltamento del mito, raccontando le avventure di un gruppo di archeologi/astronauti alle prese con le tracce di un’antica civiltà.
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La montagna sacra
Il film di Alejandro Jodorowsky non è solo una sinfonia psichedelica, è anche un film fortemente (e felicemente) in debito con la simbologia e l’iconografia junghiana. Molto probabilmente il regista e drammaturgo cileno è stato ispirato dall’opera L’uomo e i suoi simboli. Parlando di mitopoiesi (l’arte di creare miti) Jodorowsky fa tesoro della mitologia collettiva per dar vita ad una sorta di realtà parallela più aperta ai simboli e alle rappresentazioni antropomorfe.
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