Ritratto di Erika Favaro
Autore Erika Favaro :: 16 Marzo 2016

Alcuni dei titoli più interessati di uno dei padri della Nouvelle Vague che ci ha lasciati il 29 gennaio scorso

Giovanna D'Arco

Era il 29 gennaio di quest’anno, erano passati dieci giorni da quando se n’era andato Ettore Scola e il mondo del cinema ha subito un’altra, tristissima perdita. Parliamo di Jacques Rivette, uno di quei giovani uomini che nella Parigi degli anni Cinquanta hanno deciso di usare le loro competenze di critica (Truffaut, Godard, Rohmer e molti altri scrivevano per i Cahiers du cinéma) per mettersi dietro la macchina da presa e dar vita alla Nouvelle Vague. Vediamo alcuni dei film più belli  dell’autore de L’amour fou:

Parigi ci appartiene
L’opera prima di Rivette racconta la storia di Anne Goupil (Betty Schneider), una studentessa di letteratura, di un giornalista americano Philip Kaufman (Daniel Crohem) e del regista teatrale Gerand Lenz (Giani Esposito) il quale sta lavorando ad un adattamento del Pericle di Shakespeare ma è molto turbato dal presunto assassinio di un suo amico. La lavorazione del film fu una vera e propria odissea; iniziato nel 1957 fu pronto solo nel 1961. Come in Fino all’ultimo respiro di Godard è facile notare l’influenza di Hitchcok e Nicholas Ray, due registi molto amati dai giovani che frequentavano la Cinémathèque Française.

L’amour fou
In questo film del 1968 si racconta – in più di quattro ore – la distruzione di un matrimonio. Protagonisti sono l’attrice Claire ed il regista Sébastein i quali stanno lavorando ad uno spettacolo tratto dall’Andromaca di Racine. Ed ecco che torna il teatro, uno dei temi più frequentati dal regista francese; riflessioni esistenziali si mescolano in una rappresentazione vicina al cinema del reale in quello che è uno dei manifesti della sua poetica.

Out 1
Se già ne L’amour fou aveva mostrato un certo disprezzo per lo scorrere del tempo convenzionale, questo aspetto viene ulteriormente enfatizzato in Out  1. È infatti un film da record, uno dei più lunghi mai realizzati con i suoi 760 minuti circa durante i quali si seguono le vicende di due parigini Colin (Jean-Pierre Léaud) e Frédérique (Juliet Berto) alle prese con una società segreta intenzionata a prendersi la città. Ispirato ad un’opera di Balzac, il film è  stato poi diviso in singoli episodi. La visione richiede senza dubbio pazienza e costanza, è un’esperienza per cinefili veri.

[Leggi anche: Morto Jacques Rivette, maestro della critica cinematografica, faro della Nouvelle Vague]

Giovanna D’Arco
Con più di cinque ore e mezzo di film, questo film di Rivette è il più riuscito e attento ritratto dell’eroina francese che nel Quattrocento salvò la Francia dall’invasione inglese. La narrazione è intervallata da scene che vogliono sembrare interviste a soldati e cittadini dell’epoca come se si trattasse di un documentario. Lungi dall’essere un’agiografia, il film di Rivette è un film storico con una bravissima Sandrine Bonnaire in cui si celebrano la forza e il coraggio di una donna straordinaria.

      

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