Esce oggi in poco più di venti sale, dopo essere stata presentata al Taormina Film Festival, la nuova opera di Fabio Segatori, Ragazze a mano armata, “il cinema dei non raccomandati” che fa quasi rimpiangere quello dei raccomandati
La storia ci ha insegnato che nel cinema i soldi contano ma le idee e il talento di più. La scusa del low-budget non servirebbe a giustificare la mediocrità di un film come Ragazze a mano armata, nuovo lavoro registico di Fabio Segatori. Una bruttissima action comedy al femminile, la cui trama ricorda moltissimo una sorprendente opera prima dello scorso anno, Amiche da morire. Un’action comedy al femminile nuova, divertente e garbata che era riuscita a riscoprire anche il lato comico di un bravo attore come Vinicio Marchioni. Il livello della recitazione di fatto, certo non aiuta il paragone tra i due film. Le protagoniste di Ragazze a mano armata, Federica De Cola, Giovanna D’Angi e Gianna Verdelli sono delle pivelline mentre Amiche da morire è interpretato da Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e, soprattutto, dalla vulcanica Sabrina Impacciatore. Poi sono il valore tecnico e contenutistico a fare il resto.
La storia è questa: Emma, Gioia e Stella sono tre studentesse squattrinate fuori sede. Sono originarie di Corleone e per questo costantemente oggetto dei pregiudizi delle persone che incontrano a Messina. Non hanno un soldo per pagare l’affitto e lo sfratto è imminente. Decidono così di affittare una stanza e, dopo una serie di incontri, scelgono una bellissima donna veneta, Bea, in fuga dal fidanzato violento che la perseguita. La donna (interpretata da Karin Proia, più o meno a suo agio nel ruolo) prende le ragazze per la gola, anticipandogli mille euro per l’affitto e le bollette. Quello stesso giorno però Bea viene investita ed entra in coma. Dopo avere atteso invano il suo ritorno per diversi giorni, le ragazze entrano nella sua stanza e scoprono un borsone contenente circa 1 milione di euro. Dopo qualche resistenza, le studentesse iniziano a scatenarsi in uno shopping sfrenato, spendendo più di 10.000 euro in pochi giorni. Ma quando Bea si sveglia dal coma, trova il suo fidanzato all’ospedale che vuole tutti i soldi indietro. Tornata a casa, vista la situazione, coinvolgerà le ragazze in un’impresa criminale per riuscire a recuperare tutti i soldi e restituirli.
Le tre corleonesi più imbranate della storia sono protagoniste di una commedia sgangherata, realizzata talmente male da far rimpiangere le commedie italiane dei soliti ignoti, ovvero Raoul Bova & Co. Neanche il cameo del simpatico Nino Frassica, in veste del pasticciere Nino che fa i migliori cannoli di tutta la Sicilia, riesce a risollevare un film che vola così basso. Una scrittura che definire televisiva sarebbe un complimento, volgare non nei contenuti quanto nella sua pochezza. Il regista Fabio Segatori ha dichiarato che “È un piccolo film fatto solo in 18 giorni di riprese. Siamo dei produttori indipendenti e mandiamo le nostre copie grazie alla distribuzione digitale. Abbiamo un sacco di problemi ma possiamo evitare sicuramente i raccomandati”. Certamente nobili le intenzioni, ma a questo punto rimpiangiamo i raccomandati. Il film uscirà oggi in una manciata di sale, distribuito da Baby Films, ma sarebbe da augurarsi che prodotti con tali lacune non fossero mai in circolazione.
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