Una calorosa accoglienza è stata quella che il pubblico del Taormina Film Festival ha riservato alla star di Desperate Housewives, Eva Longoria, alla quale è stato conferito il Premio Cariddi per lo straordinario impegno umanitario
“Ti amo Italia, ti amo Taormina”, ha esordito così Eva Longoria, protagonista ieri di un interessante incontro con il pubblico e la stampa al Taormina Film Festival. L’attrice e modella è principalmente nota per aver interpretato il ruolo di Gabrielle nella fortunata serie televisiva Desperate Housewives. E dopo un divertente siparietto con Mario Sesti, legato ai problemi di attivazione del traduttore simultaneo ha dichiarato: “Pensavo che quello di Gabrielle sarebbe stato il personaggio più odiato della serie tanto è perfida e meschina ma poi la gente l’ha amata e quel ruolo è stato una fortuna perché mi ha consentito di avere un successo planetario. Sono felice di essere qui a Taormina e di ricevere un premio per il mio impegno umanitario ma sono consapevole che non ne avrei mai avuto l’opportunità se non avessi fatto Desperate Housewives”.
Sull’esperienza professionale ha commentato: “È stato straordinario, anche molto divertente. Ho lavorato con delle attrici di talento che mi hanno insegnato tantissimo”. Tuttavia, il rapporto che l’ha legata alle sue colleghe era molto diverso dalla competizione spietata che ha influenzato le loro relazioni nella serie. “Sul set c’era un’atmosfera bellissima, abbiamo lavorato insieme 8 anni e dopo 3 anni che il serial è finito, siamo ancora molto amiche”. Ma c’è qualcosa che le ha dato particolarmente fastidio: “Le polemiche sessiste. Quello era uno show per le donne sulle donne ed è stato criticato come non avrebbero mai fatto se fosse stato incentrato sugli uomini”.
Le sue battaglie civili in favore dell’istruzione delle giovani donne latine negli Stati Uniti hanno molto a che vedere con la sua infanzia. La madre, ammette, è stata sempre il suo modello. “Le donne sono al centro del mondo, lo mandano avanti. Ho tre sorelle e una madre, in famiglia siamo tutte donne, non abbiamo bisogno degli uomini. Mia madre e le mie zie mi hanno insegnato l’importanza dell’educazione e dell’essere indipendenti. Tutte noi dobbiamo fare il necessario per essere d’ispirazione alle giovani donne”.
E sul cosiddetto ‘femminicidio’, dimostra di avere le idee molto chiare: “Ci sono società in cui le donne che tentano di emanciparsi incontrano l’opposizione delle società patriarcali, come sta accadendo ora in Nigeria. La cosa fondamentale è essere solidali tra di noi, combattere, ma è importante anche ricevere l’appoggio del governo”. Proprio al riguardo della simpatia che ha verso Obama, ha tenuto a precisare: “Non sono mai stata una sua consulente. Sono una sua supporter e ho partecipato alla sua campagna elettorale. Cerco di dire la mia su ciò che mi sta più a cuore ovvero l’educazione, la riforma sanitaria e i diritti delle donne. Poi non bisogna necessariamente essere politici per fare politica”.
Oggi Eva Longoria, nonostante il suo metro e cinquantasette di altezza, è considerata una delle donne più belle e più sexy del mondo ma non è sempre stato così. “Da bambina ero un brutto anatroccolo. Le mie due sorelle erano bellissime. Le amiche di mia madre le ammiravano, poi guardavano me e si chiedevano ‘e questa chi è?’. Sono dovuta arrivare al college per iniziare ad attirare l’attenzione degli uomini. Fino a quel momento ero, come si dice? Una sfigata? Si proprio quello”.
Ma cosa c’è nel suo futuro? “Un libro di ricette e due nuovi progetti, una serie televisiva, Devious Maids e un film di nome Frontera che mi vedrà protagonista al fianco di Michael Peña sul tema dell’immigrazione”. Proprio a questo proposito, tra qualche giorno verrà presentata a Taormina l’anteprima italiana di César Chávez, il film che Diego Luna ha dedicato all’attivista messicano che negli anni Settanta si batté per i diritti dei braccianti agricoli di origine ispanica. “Non sono tra i produttori del film ma stimo molto Diego Luna. Conosco l’impegno profuso da Chávez e credo che il film possa avere un ruolo chiave nella sensibilizzazione sull’argomento immigrazione e sia fondamentale per conoscere la storia di quest’uomo”.
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