In un video le 12 inquadrature perfette della storia del cinema
Il critico cinematografico e cineasta Scott Tafoya ha stilato una lista - non definitiva - chiedendo a 60 critici quali fossero le più belle inquadrature della storia del cinema. Sul sito Fandor potete vedere la personale classifica di ogni interpellato ma facendo una stima di tutti i film citati si può evincere una top 12 (dall'ultima posizione alla prima) che vi proponiamo qui di seguito e il video che celebra il cinema che si trasforma in fotografia:
12. The Tree of Life - Emmanuel Lubezki, 2011
E' la storia della vita dell'uomo, del suo microcosmo immerso nell'immensità del cosmo: la vita, la morte, e tutto lo spettro di sentimenti ed emozioni in cui si dibatte l'uomo comune ogni giorno. Il Malick del nuovo millennio è un uomo nuovo e con lo sguardo rivolto al cielo che tenta di raggiungere con una nuova poetica visiva. Il cinema di questo regista è un atto di fede come la vita.
11. The Magnificent Ambersons - Stanley Cortez, 1942
Il secondo lungometraggio del prodigio Orson Welles narra l'ascesa della famiglia Amberson e la sua caduta per l'impossibilità a cogliere lo spirito del tempo, incapaci di adattarsi ai tempi benché il degrado non sia solo a livello economico ma soprattutto spirituale: l'egoismo, la superficialità, l'orgoglio in una saga famigliare scritto, trasposto e diretto con rara maestria e sensibilità: la profondità di campo, i mirabili piani sequenza e la fotografia di Stanley Cortez che venne candidato due volte all'oscar senza mai vincerlo e la cui carrierà fu costellata da collaborazioni importanti.
10. Apocalypse Now - Vittorio Storaro, 1975
La discesa agli inferi del Capitano dell'esercito Benjamin Willard in missione segreta per uccidere il colonnello Kurtz, disertore e immagine speculare del protagonista: La dicotomia è quella che caratterizza l'intero film come suggerisce una battutta nella versione redux diretta proprio al Benjamin dove gli si fa notare che in lui ci sono due uomini: uno che ama e uno che odia. Ma in quella follia che è la guerra, in quel quotidiano incubo che sono diventate le giornate per il Comandante e i suoi compagni, il confine tra i due sentimenti diventa sempre più labile. Candidato a otto premi oscar, il capolavoro di Coppola si aggiudicherà la statuetta per il sonoro e per l'indicibile fotografia di Vittorio Storaro.
9. The Night of the Hunter - Stanley Cortez, 1955
Harry Powell è un pastore protestante, ma sarebbe più giusto definirlo un cercatore d'oro. Il modus operndi è sempre il solito: trova delle vedove, le sposa, le uccide e le deruba. Incontra Wilda, dopo aver condiviso la cella col marito della donna (condannato a mrote per rapina e omicidio) che gli rivela della somma di denaro nascosta in casa sua. Wilda è madre di due bambini che sono a conoscenza dell'esistenza dei soldi e della natura dello strano Harry, predatore senza scrupoli negli anni della Depressione. La prima e unica prova alla regia del grande attore Charles Laughton viene magistralmente esaltato dalla fotografia del grande Stanley Cortez.
8. McCabe & Mrs. Miller - Vilmos Zsigmond, 1971
Prima de I racconti ravvicinati del terzo tipo e il meraviglioso film di Michael Cimino Il cacciatore, Vilmos Zsigmond lavorò a fianco di Robert Altman in questa storia di gente perduta e sconfitti in un vero e proprio anti-western segnando una vera svolta per la carriera dell'artista ungherese.
7. The Red Shoes - Jack Cardiff, 1948
Di rado qualcuno ha colto lo spirito della storia riuscendo a imprimerla nella pellicola come Jack Cardiff con Scarpette Rosse, attingendo a piene mani dall'impressionismo francese per il suo lavoro. Vicky Page è una promettente ballerina che si fa strada nella compagnia del mefistofelico Lermontov che vede in lei la stessa sete di arte e di trascendere da tutte le cose terrene per votarsi esclusivamente a essa. Vicky, però, s'innamora del compositore Julian Craster mettendo da parte la sua passione per il ballo a favore della loro storia d'amore. La fiaba delle Scarpette Rosse scelta per lei da Lermontov, vero e proprio artefice del tragico destino della sua pupilla, instilleranno in lei un dubbio dilaniante tra le cose più importanti della vita di Vicky: suo marito o la danza? La parabola commovent e folle di chi si offre in sacrifcio all'arte, in qualunque forma si presenti.
6. The Conformist - Vittorio Storaro, 1970
Vittorio Storaro ha vinto tre premi oscar e, nessuno di questi, purtroppo per il film di Bernardo Bertolucci. Ha lavorato per i più grandi nomi del cinema: Coppola, Argento, per Warren Beatty nel bellissimo Reds e quest'anno per Woody Allen.
5. Sunrise: A Song of Two Humans - Karl Struss, Charles Rosher, 1927
Karl Struss fu nominato quattro volte all'oscar e vince una volta sola per Aurora. Charles Rosher vince anche per il commovente film Il cucciolo.
[Leggi anche: La classifica delle 5 migliori pellicole firmate da Spielberg]
4. Citizen Kane - Gregg Toland, 1941
Gregg Toland è colui che realizzo col venticinquenne Orson Welles le indimenticabili sequenze innovative, i grandangoli, i plongée e i contro plongée di Quarto Potere. Dobbiamo a lui i concetti di illuminazione moderna.
3. 2001: A Space Odyssey - Geoffrey Unsworth, 1968
Nella sua filmografia appare Tess di Polanski (per cui vinse l'oscar), collaborazioni con Lumet e quella pietra miliaredel Cinema che rimarrà sempre 2001: Odissea nello spazio
2. Barry Lyndon - John Alcott, 1975
Nell'addattamento che Kubrick fece del romanzo di William Makepeace Thackeray sulla storia di un giovane irlandese in cerca di avventure e prestigo, si avvalse della collaborazione di John Alcott. Barry Lyndon fu girato completamente con luce naturale e con delle particolari lenti prodotte dalla Zeiss per la Nasa.
1. Days of Heaven - Néstor Almendros, Haskell Wexler, 1978
Haskell Wexler vinse due volte l'oscar ma il lavoro che fece con Néstor Almendros per il secondo lungometraggio di Terrence Malick è qualcosa di pregievole. Creò una nuova estetica in quel cinema indipendente che cresceva ai margini di Hollywood e fu tra i più influenti direttori della fotografia della storia di quest'arte.
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