Ritratto di Erika Favaro
Autore Erika Favaro :: 25 Novembre 2015

Al Museo Interattivo del Cinema, dall'8 al 31 dicembre, un ciclo di proiezioni dedicate al "mostro" della commedia all'italiana

Ugo Tognazzi

"Ugo, nessuno e centomila". Non si poteva trovare titolo più azzeccato per una rassegna dedicata al grande Ugo Tognazzi, attore del quale il 27 ottobre di quest’anno si sono ricordati i venticinque anni dalla morte avvenuta a Roma.

L’omaggio al volto simbolo dei “mostri” della commedia all’italiana si terrà in uno dei luoghi in cui si continua con costanza a celebrare tutte le sfumature della settima arte, il Museo Interattivo del Cinema di Milano.

Tognazzi ha avuto davvero mille volti, è riuscito ad interpretare centinaia di personaggi diversi e ha raccontato l’Italia con le sue contraddizioni. Quarant’anni che definire intensi è poco, dal 1950 in cui compariva ne I cadetti di Guascogna di Mattoli a La battaglia dei tre tamburi di fuoco del 1990.

La rassegna – che si terrà dall’8 al 31 dicembre – verrà inaugurata da Il fischio al naso tratto da un inquietante racconto di Dino Buzzati e proseguirà con i titoli più noti della carriera dell’attore. Gli anni Sessanta e Settanta sono i più rappresentati, e si passa da Il federale di Luciano Salce in cui si racconta un’amicizia tra un militante delle brigate nere e un antifascista durante la Seconda Guerra Mondiale fino ad arrivare a Romanzo Popolare di Mario Monicelli in cui interpreta l’industriale milanese che si innamora della calabrese Vincenzina (una giovanissima Ornella Muti). Il ciclo di proiezioni – organizzata anche dalla Fondazione Cineteca Italiana – lascia ampio spazio ai lati grotteschi di Tognazzi, mettendo in programmazione titoli come La donna scimmia di Marco Ferreri. Si arriva anche a un momento importantissimo per la sua carriera, quando diretto da Bernardo Bertolucci, interpreta l’imprenditore Primo Spaggiari in La tragedia di un uomo ridicolo.

[Leggi anche: Ugo Tognazzi, attore sensibile ma non come uomo]

Monicelli, Dino Risi, Antonio Pietrangeli e Lattuada: tutti grandi registi con cui Ugo Tognazzi riuscì a prendersi gioco dell’Italia benpensante ed assopita. Tornare a vedere i suoi film è una benedizione.

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