Poche ore dopo la presentazione del film "La Vita Oscena", abbiamo intervistato il regista Renato De Maria, lo scrittore Aldo Nove e l’attore Clément Métayer che hanno espresso particolare soddisfazione per la riuscita trasposizione cinematografica
La Vita Oscena non è né un bel libro (di Aldo Nove) né un bel film (di Renato De Maria) e non è un caso che non abbia ancora trovato distribuzione. Presentato in anteprima nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, il film non ha neanche incontrato i favori della critica. Eppure, in un’intervista realizzata qualche ora dopo con il regista, lo scrittore e l’attore protagonista, si sono mostrati tutti estremamente soddisfatti del loro lavoro. “Il percorso che ha portato alla realizzazione di questo film è partito dalla lettura del libro di Aldo Nove. Mi ha molto colpito l’estrema sincerità con cui ha raccontato la sua storia e soprattutto la sua scrittura così visionaria, poetica e musicale che mi ha evocato delle bellissime immagini”, ha raccontato De Maria. "Per un regista è una sfida visiva irrinunciabile, basata su una storia di formazione che può riguardare tutti”. Ma quali sono i rischi che ha evitato di correre raccontando una storia ‘oscena’? “Mi premeva non fare qualcosa di già visto. Ho cercato di creare delle immagini che mi stupissero. Insieme al direttore della fotografia Daniele Ciprì e alla scenografa abbiamo cercato di immaginare un viaggio psichedelico ma inedito. In questi mesi ho visto centinaia di film da L’impero della mente di David Fincher a Enter the void di Gaspar Noé e mi sono appassionato alla videoarte. Ho cercato ispirazione dovunque”. Altrettanto felice è lo scrittore Aldo Nove che ci ha confidato: “Dalla prima volta che ho visto Paz! sono diventato un fan di Renato De Maria. È probabilmente il film italiano che ho rivisto più volte insieme ad Amarcord. Quando ci siamo incontrati è stato molto bello conoscere il regista del mio film di culto e non potevo non essere entusiasta di lavorare con lui. Inoltre il successo che ha dimostrato nei confronti del mio libro mi ha gratificato. Mi ha impressionato la sua capacità di trasformare la poesia scritta in poesia visiva. Penso che il suo film abbia colto in pieno la complessità del mio libro”.
L’unico elemento di interesse del film è rappresentato dall’attore protagonista, ovvero il prodigio francese Clément Métayer che ha esordito sul grande schermo con Qualcosa nell’aria di Olivier Assayas. Il ruolo di Andrea, versione cinematografica di Aldo Nove, non è stato certo facile da affrontare per lui. Nel film si fa molto affidamento sulla sua espressione facciale mentre il racconto è affidato alla voce narrante di Fausto Paravidino. “Come per ogni attore per interpretare un personaggio è inevitabile relazionarsi a se stessi e alle esperienze vissute”, ci ha raccontato il diciannovenne attore francese. “In particolar modo per questo personaggio mi sono ispirato a quel periodo di passaggio che è chiaramente difficile per tutti noi, ovvero l’adolescenza. Anche io nel mio vissuto ho avuto momenti di grande angoscia e ricordando quei momenti sono riuscito a nutrire il personaggio di Andrea. Poi, naturalmente, l’abilità di un attore dovrebbe essere quella di immaginare una vita altra per poter dare qualcosa di più concreto al film”. Nonostante l’ottima prova di Clément Métayer, De Maria ha ammesso che non era la sua prima scelta. “Devo dire che all’inizio cercavamo un attore italiano, poi siamo andati in Francia a cercare una co-produzione, abbiamo fallito ma siamo entrati in contatto con Clément e l’abbiamo coinvolto nel progetto. È scoppiata come un scintilla perché ho immediatamente riconosciuto il mio protagonista nel suo corpo e nelle sue movenze non ancora adulte. Poi credo che abbia uno sguardo molto intenso e un volto molto cinematografico. Clément ha dato anche un contributo artistico al film alla sua prova attoriale, infatti abbiamo sostituito il taxi, con il quale il protagonista si spostava nel libro, con lo skateboard di Clément”. La Vita Oscena è un film realizzato a bassissimo costo, con un budget di circa 650.000 euro, raggiunto grazie al contributo del Ministero dei Beni Culturali e girato in soli venti giorni.
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