Arriva nelle sale italiane "Everyday Rebellion", il documentario dei Riahi Brothers che offre uno sguardo sulle rivoluzioni pacifiste che hanno tentato di cambiare il mondo negli ultimi anni dalle Femen ucraine e gli Indignados a Occupy Wall Street
Dopo i premi ricevuti al Biografilm Festival e ai Festival di Copenhagen e di Francoforte, arriva l’11 settembre nelle sale italiane Everyday Rebellion. I fratelli Riahi confezionano un documentario che racconta i movimenti di protesta che hanno cercato di rivoluzionare il mondo negli ultimi anni: dagli Indignados spagnoli alla Primavera Araba; da Occupy Wall Street alle Femen ucraine; dal movimento democratico iraniano alle lotte siriane. Un documentario ma anche un progetto cross-mediale che celebra la ricchezza del forme creative di protesta non-violenta e di disobbedienza civile. In Everyday Rebellion viene data la voce a chiunque abbia scelto di dare senso alla propria vita rendendo il mondo un posto migliore. Il loro motto è quello di Ghandi che una volta disse: “Prima di ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci”. Un vero peccato che il documentario non riesca ad essere così incisivo né a cogliere nel profondo le motivazioni da cui nascono questi importanti movimenti pacifisti. Arash e Arman Riahi sono dei noti documentaristi nati in Iran ma cresciuti a Vienna in Austria. Missisipi e For a Moment, Freedom di Arash Riahi hanno vinto più di 50 premi internazionali e il secondo è stato il candidato austriaco per gli Oscar 2010. Everyday Rebellion verrà distribuito in Italia da Officine UBU.
Secondo i registi: “Everyday Rebellion è più di un semplice progetto. È una dichiarazione politica, senza tempo e universale, e noi crediamo fortemente che possa lavorare come un progetto unificante tra le differenti culture e paesi. Così come noi stessi abbiamo dovuto lasciare un paese oppresso, l’Iran, pensiamo di essere il giusto team per portare questo film alla vita, per supportare e ispirare le persone soppresse nei sistemi autoritari”. Considerate queste premesse, Everyday Rebellion risulta ancor più deludente in quanto privo di una dimensione intimista ed emotiva. I vari paesi e le lotte intestine sono tutte trattate in maniera sommaria mentre stupisce la totale assenza del nostro paese rappresentato da una fugace immagine di Silvio Berlusconi, in fuga dall’invasione di un’attivista Femen. Difficilmente Everyday Rebellion potrà costituire un motivo di reazione, indignazione o ispirare qualcuno a combattere per i propri diritti. Nonostante l'ambizioso intento politico è come se il film fosse totalmente privo di pathos e costituisse un’analisi confusa delle rivoluzioni che hanno avuto una portata internazionale negli ultimi cinque anni.
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