Dal 15 luglio le sale italiane ospiteranno un thriller psicologico dalle tinte horror, "Babadook", il lungometraggio di esordio della sceneggiatrice e regista Jennifer Kent, che ruota intorno ad una misteriosa creatura avvertita dal piccolo Sam
![Babadook Babadook](https://farefilm.it/sites/default/files/styles/node-detail/public/Babadook.jpg?itok=2ixw4qqD)
Dal 15 luglio sarà nelle sale cinematografiche italiane un thriller psicologico dalle tinte horror, il lungometraggio di esordio della sceneggiatrice, nonché regista Jennifer Kent: il titolo dell’opera è Babadook…
Vincitore agli AACTA Awards nelle categorie di Miglior film, Miglior regia, Miglior sceneggiatura originale, nonché Miglior Horror agli Empire Awards, la pellicola è stata anche osannata da testate quali il Chicago Sun-Times e The Guardian, definito da quest’ultimo come “un agghiacciante thriller freudiano”.
La trama ruota attorno alle paure e alle allucinazioni avvertite dal piccolo Sam e poi condivise da sua madre, Amelia. Sei anni dopo la morte violenta del marito, Amelia (interpretata dall’attrice Essie Davis, che si è distinta in pellicole come La ragazza con l’orecchino di perla di Peter Webber, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions dei fratelli Wachowski e Codice 46 di Michael Winterbottom) è ancora in lutto. Sta cercando di educare il figlio ribelle di 6 anni, Samuel (il piccolo Noah Wiseman, questo è il suo primo lungometraggio). Ma i sogni di Samuel sono tormentati da un mostro che crede sia venuto per uccidere. Quando un inquietante libro di fiabe, Babadook, arriva in casa, Samuel è convinto che lì dentro si nasconda la creatura che ha sempre sognato. Le sue allucinazioni diventano incontrollabili e il bambino sempre più imprevedibile e violento, così Amelia, spaventata dal comportamento del figlio, gli fa assumere dei farmaci. Ma quando anche Amelia comincia a percepire una presenza sinistra intorno a lei, inizia ad insinuarsi nella sua mente il dubbio che la creatura possa esistere realmente.
La regista Jennifer Kent ha affermato: “Mi affascina molto ciò che succede alle persone quando reprimono i propri sentimenti, specialmente la sofferenza. La repressione delle emozioni più dolorose può funzionare per un breve periodo, forse anche per alcuni anni, ma alla fine la verità viene a galla” e riguardo le sue fonti di ispirazioni ha aggiunto “La mia più grande fonte di ispirazione sono stati i primi film horror muti, bellissimi e sorprendenti grazie alla meravigliosa fotografia, tanto da raggiungere, in molti casi, un livello poetico. Questi film sono stati fortemente influenzati dall’Espressionismo tedesco che si proponeva di esteriorizzare ciò che è interiore: esternare le emozioni per rifletterle attraverso la macchina da presa e attraverso le scenografie. Uno stile estremo che crea un linguaggio visivo perfetto per un horror psicologico”.
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