Orange Sunshine racconta la storia di un gruppo di surfisti e hippies che negli anni ’60, in California, dà vita ad una comunità allargata nota come “la Fratellanza dell'Amore Eterno”. Una visione alternativa della droga
Un periodo storico amato, in grado di dar vita ad una rivoluzione sociale sconosciuta ai giovani di oggi, ma i cui effetti sono ancora presenti. L’epoca è quella degli hippies, delle cosiddette ‘comuni’, famiglie allargate nelle quali si viveva tutti insieme in pace e armonia. Più che un semplice movimento, una vera e propria cultura, che il regista William Kirkley ha voluto riportare su pellicola raccontando le vicende di un gruppo di surfisti californiani in pieni anni ’60.
La vera storia mai narrata di una comunità hippie nota come “la Fratellanza dell'Amore Eterno” che, tra gli anni ’60 e ‘70, divenne punto di riferimento per tutti i fruitori americani di Lsd.
La controcultura hippie ha, da sempre, visto le droghe allucinogene, allora legali, come un modo per liberarsi da vincoli sociali e zavorre dell’anima: una visione non certo accostabile a quella che si ha oggi delle sostanze stupefacenti. E che il regista William Kirkley è riuscito a riproporre con maestria nel film Orange Sunshine.
Negli oltre 90 minuti di pellicola, girati con un filtro da 8mm per dare un tocco retrò al tutto, il tema della droga viene riproposto partendo da quell’ottica: attraverso interviste e testimonianze dirette dei soci di quella comunità, che prima d’ora mai avevano parlato della “Fratellanza dell'Amore Eterno”, Kirkley ricostruisce un tempo in cui la rivoluzione spirituale era un modo per tentare di cambiare il mondo, scoprire se stessi nonchè l’obiettivo da perseguire ad ogni costo; più importante di soldi, salute e differenze sociali.
Una realtà neanche lontanamente immaginabile oggi, fatta di aperture verso le droghe viste come mezzo per portare benessere alle masse e aprire la mente della gente. E nulla come l’Lsd di quel periodo storico assurge ad espediente per raggiungere questi obiettivi. Il film racconta l’ascesa della comunità anche come riferimento fisico per chiunque in quel periodo fosse alla ricerca di Lsd; nel corso delle interviste realizzate con i membri fondatori de La Fratellanza dell'Amore Eterno, soprattutto i leader Michael Randall e Carol Griggs, che per la prima volta hanno deciso di parlare di quell’esperienza, si va a ricostruire anche l’aspetto legato al passaggio da giovani studenti idealisti a fuorilegge in grado di mettere in piedi un traffico di droghe tra i più noti della West Coast, che toccherà anche l’Europa e il Sud America, vista la domanda di Lsd che continuava a crescere.
Ed è qui che vengono sfiorati temi sociali riconducibili all’attualità come l’inizio della guerra alla droga, il proibizionismo, lo scontro tra la Fratellanza e le forze dell’ordine. In sostanza un documentario che parte dal movimento hippie degli anni ’60, ma che non resta intrappolato in quel contesto; non una storia fine a se stessa, bensì un modo di raccontare, anche attraverso testimonianze dirette, il periodo del boom delle droghe legali e la loro trasformazione da semplici sostanze utilizzate tra amici ad oggetto di una produzione di massa volta a rispondere alla crescita di domanda internazionale.
Fattori che fra gli altri sono stati la causa della situazione dei giorni nostri, caratterizzata dal proibizionismo dei governi e dalla nascita e dal successivo sviluppo del mercato illegale delle droghe, visto il giro d’affari che si è venuto a creare nel corso degli anni e al crescente business fiutato dalla malavita.
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