Milioni di appassionati non vedevano l’ora di scoprire quali sorprese avrebbe riservato loro il primo lungometraggio cinematografico destinato alla Justice League, la squadra composta dagli eroi più iconici e significativi della storia dei “comics”
Milioni di appassionati non vedevano l’ora di scoprire quali sorprese avrebbe riservato loro il primo lungometraggio cinematografico destinato alla Justice League, la squadra composta dagli eroi più iconici e significativi della storia dei “comics” americani. “Che ruolo avranno Cyborg, Flash ed Aquaman?” e “Superman è morto per sempre o è destinato a tornare ?”. Queste sono le domande che per mesi si sono posti i fan dell’universo DC e che hanno avuto risposta in un film dalle grandi ambizioni e dalla volontà di creare una storia epica e di ampio respiro, pur smorzata da punte di ironia ed umorismo.
A tenere il timone anche in questo Justice League è il personaggio di Wonder Woman, magistralmente incarnato dalla bravissima Gal Gadot. Anche guardando solo una scena con lei protagonista diventa inimmaginabile pensare ad una attrice diversa dalla modella israeliana per il ruolo dell’amazzone Diana. E non è quindi un caso se le scene migliori di questo capitolo “corale” siano proprio quelle in cui la sua visione del mondo e di leadership si scontra con quella di Bruce Wayne, spesso inferiore sul campo di battaglia se confrontato con i suoi colleghi dalle capacità “divine” ma vera mente del gruppo e mediatore fra le diverse personalità. A rendere appassionanti questi momenti di dialogo, in alcuni casi anche più delle scene di azione, c’è sicuramente un certosino lavoro in fase di sceneggiatura che alcuni attribuiscono a Joss Whedon, subentrato alla regia dopo l’abbandono di Zack Snyder nonché già autore dei primi due Avengers, che sugli sferzanti scambi tra i personaggi avevano costruito parte del loro successo.
Wonder Woman è stato certamente un momento di svolta per l’universo cinematografico DC ma un lavoro significativo per tanti aspetti che esulano dal mondo dei cinecomics. Patty Jenkins è riuscita ad assicurarsi uno stipendio come regista per il già annunciato seguito con cifre sino a ieri pensabili solo per cineasti maschi con diversi anni di carriera alle spalle, segnando un passaggio importante per le donne che lavorano nell’industria hollywoodiana. Il successo clamoroso del film con Gal Gadot, specialmente in America, è stato lo stimolo anche per rilanciare il personaggio nelle testate fumettistiche di riferimento, conquistando così nuovi appassionati ed invogliando chi magari aveva smesso di leggerle per motivi anagrafici a tornare sulle pagine che aveva amato da ragazzo.
Proprio in questo senso è da leggere la mossa della DC Comics di dare una diversa veste al proprio universo, fondando una nuova mitologia con l’evento “Rebirth”, che dallo scorso anno sta riscrivendo gli storici personaggi che abbiamo imparato a conoscere nel corso del tempo e le storie ad essi legate. Una “rinascita” che acquista un senso profondo proprio per l’enorme interesse nei confronti di questi personaggi e delle loro avventure, dimostrato non solo nelle sale cinematografiche dai milioni di appassionati che ora sono in trepidante attesa per i prossimi film dedicati ad Aquaman e Flash, ma anche dall’enorme successo dei personaggi nel mondo del marketing, che ha attraversato le pagine dei fumetti per arrivare nel mondo dei film, dei gadgets, dell’abbigliamento, delle serie TV e perfino del mondo del gioco online.
L’ambiziosissimo evento, che avviene contemporaneamente su più testate proprio per coinvolgere ogni personaggio dell’universo DC, terminerà a dicembre 2017 negli Stati Uniti e dalla conclusione degli eventi narrati in questi mesi comincerà una nuova fase per gli eroi della Justice League (e non solo).
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