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Autore Redazione :: 1 Febbraio 2018

L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici accoglie positivamente la notizia della nomina dei 5 esperti, tuttavia esprime dubbi sulla loro competenza riguardo la distribuzione e sui tempi di lavoro a loro disposizione

ANAC

L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici accoglie positivamente la notizia che, finalmente, si è arrivati alla nomina dei 5 esperti che valuteranno la qualità dei progetti da finanziare con i contributi selettivi della nuova legge cinema. Il livello delle personalità scelte - Paolo Mereghetti, Enrico Magrelli, Pupi Avati, Marina Cicogna e Daria Bignardi - è alto e le loro specificità variano dalla critica, alla produzione, dalla regia, alla televisione.

Ma, in considerazione del fatto che la Legge assegna agli esperti anche la competenza sulla distribuzione e l’esercizio, stupisce l’assenza di professionisti esperti in questi due ambiti. 

L’aspetto sul quale in particolare rimangono forti i dubbi riguarda la modalità e i tempi con i quali potrà essere affrontata la mole di lavoro relativa all’analisi e alla valutazione delle centinaia di progetti di scrittura, sviluppo, produzione di corti e lungometraggi, nonché di distribuzione ed esercizio che saranno posti al vaglio degli esperti nelle diverse sessioni annuali.

In particolare ci si chiede come i cinque professionisti, per i quali non è previsto alcun compenso, possano leggere i tanti soggetti, sceneggiature e verificare gli altrettanti preventivi e piani finanziari che perverranno, a meno che non deleghino la selezione a soggetti esterni. Dalle informazioni che ci giungono in via informale sembra siano state depositate migliaia di domande nelle varie tipologie di sostegno selettivo, nelle sessioni pregresse. La grande quantità di domande e lo scarso tempo a disposizione dei commissari per la decisione rendono evidente il compito improbo in cui verranno a trovarsi.

Il numero di cinque e la mancanza di un compenso per gli esperti sono alcuni vulnus della legge che l’Anac è stata la prima a rilevare, proponendo anche ragionevoli emendamenti, ma un’antica insensata logica, per la quale chi fa parte di commissioni ministeriali non debba percepire emolumenti, ha prevalso. Siamo pertanto convinti che per garantire la possibilità agli esperti di lavorare al meglio vada rapidamente corretta la norma, al fine di evitare il rischio che gli stessi si ritrovino a ratificare analisi, scelte, valutazioni che per prevedibile causa di forza maggiore dovranno essere delegate ad altri, avallando procedure che non potranno garantire la necessaria trasparenza.

L’Anac torna a ribadire la grandissima importanza strategica della tipologia di finanziamento pubblico rappresentata dai sostegni selettivi: essi dovrebbero assicurare una produzione cinematografica plurale, creativa e innovativa, garantendo un’azione più incisiva e diretta da parte dello Stato al riequilibrio dell’offerta culturale rispetto alle possibili distorsioni del mercato, ampiamente dettagliate in tutte le analisi degli ultimi anni. Questa missione - è evidente a tutti -  sarebbe fortemente compromessa se già la fase di selezione dei progetti non avesse le possibilità oggettive di essere svolta nel migliore dei modi. 

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