Ospite onorario al Festival di Reykjavik, il grande David Cronenberg ha spiegato la sua posizione sulla diatriba "pellicola contro digitale", rivelando inoltre il perché del suo rifiuto a dirigere la seconda stagione di "True Detective"
Ospite del Festival di Reykjavik, il grande David Cronenberg ha tenuto un incontro col pubblico per riflettere sulla sua carriera e sul cinema contemporaneo, a iniziare ovviamente da una delle diatribe più discusse del momento: meglio il digitale o la pellicola? Risponde l'autore: “Credo che il digitale sia superiore. Anche registi come Spielberg, che lavorano in pellicola, finiscono con una versione digitale durante la fase di montaggio e il color correction. Non m'interessa se la Kodak sostiene che sia meglio la celluloide, tutte le copie dei nostri film che andavano al cinema erano orribili se comparate a quella originale che abbiamo concepito. L'unica cosa della pellicola che mi manca davvero è il suo odore nella cabina di montaggio. Dovrebbero iniziare a fare dei profumi, l'Eau du Kodak”.
Ecco poi il pensiero del regista sulle nuove possibilità che offre la televisione, spiegando inoltre il perché del suo rifiuto a supervisionare l'ultima stagione dell'acclamata serie tv True Detective: “Il fervore sta in tv. L'anno scorso sono stato contattato per dirigere la seconda stagione di True Detective, c'ho riflettuto, ma ho pensato che la sceneggiatura fosse veramente brutta, quindi ho declinato. In tv, il regista è solamente un vigile del traffico, ma nel contempo è un lavoro, e ce n'è parecchio”.
Una regola in particolare che gli ha permesso di rimanere costantemente sulla cresta dell'onda nel corso di oltre 45 anni di carriera? “Non lavorare con le teste di cazzo. Non farò alcun nome – i Weinstein, che montano la loro versione del film mentre tu stai montando la tua”. Per questo motivo, l'autore ha sempre avuto la tendenza di usare i medesimi collaboratori di pellicola in pellicola, riuscendo, fra l'altro, ad avere sempre l'ultima parola anche quando i contratti iniziali non lo prevedevano. Lui la definisce una forma di “sovversivismo machiavellico canadese”.
[Leggi anche: La critica cinematografica nell'era digitale secondo David Cronenberg e altri]
Attualmente, ricordiamo che il cineasta sta lavorando – come produttore – alla trasposizione in lungometraggio del cartone animato Foxed!, corto realizzato da James E. D. Stewart e Nev Bezaire già premiato a Philadelphia, San Antonio, Yorkton, Garden State e Columbia Gorge.
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