James Gunn, regista dello spassoso blockbuster di successo "Guardiani della Galassia", attacca il sistema delle premiazioni hollywoodiane, accusandole di non avere considerazione per le pellicole più popolari e mainstream
Che gli Oscar non siano una manifestazione dalla parte del pubblico e del cinema mainstream è risaputo da sempre, e basti pensare che tra gli 8 titoli candidati quest'anno come Miglior Film, solamente uno, American Sniper di Clint Eastwood, è stato un grande successo ai botteghini. Sarà anche per questo che lo share televisivo dell'ultima cerimonia si è rivelato il più basso degli ultimi 6 anni: l'Academy sembrerebbe proprio perdere, di edizione in edizione, il contatto con lo spettatore medio, ignorando, per puro gusto o snobismo, il cinema più mainstream. Per risalire all'ultimo film commerciale premiato dalla prestigiosa giuria, bisogna infatti andare al 2004, anno di Il signore degli anelli: Il ritorno del re.
Ora, a sottolineare ulteriormente questo fatto è James Gunn, autore di uno dei blockbuster più celebri della stagione, Guardiani della Galassia. Scrive il regista sulla sua pagina Facebook: "(…) Qualunque sia il caso la verità è una sola: che in qualsiasi mezzo di espressione artistica, quello che risulta essere “popolare” è sempre stato snobbato dalle sedicenti elite. Ho già vinto più premi di quanto mi aspettassi per Guardiani della Galassia. Quello che mi disturba è che molte persone pensino che siccome fai film grossi, allora ci metti meno amore e cura rispetto a quelli che fanno pellicole indipendenti o film considerati più seri (…) Se pensate che chi realizza film di supereroi sia un idiota, venite fuori e ditecelo. Ma se tu, in quanto filmmaker indipendente o regista “serio”, credi di mettere più amore nei tuoi personaggi di quanto facciano i fratelli Russo con Captain America, Joss Whedon con Hulk o il sottoscritto con un procione parlante, allora ti stai sbagliando”.
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Insomma, una difesa dei cinecomics, ma che in totalità può essere letta come una presa di posizione a sostegno dell'uguaglianza, affinché cessino i pregiudizi e gli attacchi automatici verso il cinema più commerciale tutto. Anche perchè non è certamente un segreto che molti di questi registi “seri” e “indipendenti”, in verità darebbero un rene pur di essere chiamati da un grande studio a dirigere l'ultimo Batman o il nuovo young adult di turno.
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