Uno dei più grandi attori degli ultimi 30 anni se ne va in maniera tragica, afflitto dalla depressione. Ma Robin Williams voleva che di lui si ricordassero i successi raggiunti in vita e le persone che aveva fatto ridere durante la sua carriera
Negli anni Novanta qualsiasi film di Robin Williams metteva in moto un hype indescrivibile, solo perché il suo nome compariva sulla locandina. Quel decennio lo ha tento in pugno il prodigio di Chicago, che ha perfezionato il suo talento negli anni Ottanta per poi diventare un'icona del cinema per famiglie grazie all'incredibile empatia delle sue interpretazioni in produzioni che sono diventate dei classici. Sposatosi tre volte, sembrava essere felice solo quando riusciva a far ridere gli altri e riuscì a stare vicino ad amici che se ne sono andati prima di lui, come Christopher Reeve e John Belushi; la maschera del comico - l'epitome è Patch Adams - nascondeva demoni personali devastanti che hanno alimentato una depressione che tornava a far capolino troppo spesso, dall'infanzia segnata dalla solitudine alla morte di un figlio, dalla dipendenza da droghe all'incapacità di vivere una vita normale.
La sensibilità superiore e l'intelligenza notevole ricordate dal suo insegnante del college Jim Dunn sembrano stare alla base del ruolo che lo ha consacrato star internazionale, L'attimo fuggente (1989), vero salto nell'Olimpo dopo che Good Morning, Vietnam (1987) lo aveva rivelato come nuova promessa al cinema americano, che lo ricordava istrionico e sopra le righe nella serie Mork & Mindy. La commedia Cadillac Man - Mister occasionissima (1990) e il dramma Risvegli (1990) con Robert de Niro preparano il lancio di un talento senza precedenti che raggiungerà il culmine con l'Oscar come Miglior Attore non Protagonista per Will Hunting - Genio Ribelle (1997), dove interpreta lo psicanalista del giovane Matt Damon, a sua volta premiato dall'Academy con Ben Affleck per la straordinaria sceneggiatura. In questi anni inanella cult come La leggenda del re pescatore (1991), Mrs. Doubtfire (1993), Jumanji (1995) e Patch Adams (1998), mentre altri sono più riconosciuti dal pubblico che dalla critica, come Hook - Capitan Uncino (1991), Toys - Giocattoli (1992), Piume di struzzo e Jack (entrambi del 1996), i cui scarsi risultati non passarono inosservati agli studios.
Il curioso giro di boa del millennio è stato cruciale e ha segnato l'inizio di una strana decadenza, inaspettata ma frutto di fattori diversi: l'età non più verde - nel 2001 l'attore compie 50 anni e il suo volto tradisce i trascorsi con cocaina e alcool -, l'insuccesso al box-office e per la critica di alcuni film come Al di là dei sogni (1998), Jacob il bugiardo e L'uomo bicentenario (entrambi del 1999) e la svolta in una serie di controruoli che spiazzano il pubblico, che inizialmente non capisce lo spessore di thriller come One Hour Photo (2002), Insomnia (2002) di Nolan e The Final Cut (2004), dove Williams interpreta personaggi psicopatici e ai margini della società, dimostrando di essere all'altezza di ruoli del genere.
Ma il tempo passa e Williams è sempre più fuori dalle grandi produzioni, malgrado registi che a lui devono molto come Chris Columbus e Barry Levinson provino a rimetterlo in carreggiata, così come operazioni di marketing come quelle per Vita da camper e L'uomo dell'anno (entrambi del 2006) non ottengono i risultati sperati. Aumentano le parti secondarie come in Un amore sotto l'albero (2004), The Butler (2013) e la trilogia di Una notte al museo, il cui ultimo capitolo uscirà in sua memoria, tristemente.
La serie The Crazy Ones (2013-14), di cui era protagonista, è stata cancellata dopo una sola stagione, fattore che ha contribuito alla depressione sempre più oscura dell'ultimo periodo. Il prezzo del divorzio dalla seconda moglie e il disagio per le umiliazioni di una carriera in declino lo avevano messo all'angolo da mesi e mai come nel suo caso si può parlare di clown triste: incapace di passare con naturalezza dal ruolo di attore a quello di uomo normale, Robin Williams ha combattuto contro l'inadeguatezza una vita intera, alla fine non ce l'ha fatta. Ma ce l'ha fatta a far ridere tutti ovunque e comunque, venuto al mondo per rendere felici gli altri, come ricordano i cari amici.
- E non c'è fine finché non scompaio
Sali sul banco e grida: "Capitano, mio capitano".. -
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