Il rapporto della Gay & Lesbian Alliance Against Defamation dimostra come alcune fette di popolazione siano poco, se non per nulla, rappresentate dal grande cinema
La Gay & Lesbian Alliance Against Defamation (GLAAD) è un’organizzazione no-profit statunitense fondata nel 1985 da Vito Russo che si impegna a difendere e sostenere i diritti delle comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Da qualche anno a questa parte l’ente si occupa anche di stilare un rapporto in cui si analizza come e quanto il cinema e la televisione rappresentano le varie comunità e dai sondaggi relativi al 2015 scopriamo che ci sono due case di produzione in cui i personaggi sono tutti rigorosamente eterosessuali.
Parliamo di Paramount e Disney: nei loro film non compare nessun omosessuale ed è il primo anno – da cinque a questa parte – che si registra un simile dato.
Volendo avere una panoramica complessiva, se si prendono in campione le 126 uscite delle grandi major hollywoodiane, solo 22 film vedono la presenza di personaggi appartenenti alle comunità LGBT, di certo una proporzione che non rende giustizia.
Se di discriminazione mediatica si parla, non si può non notare inoltre che nel 93% dei casi si tratta di omosessuali (o bisessuali e transessuali) di etnia bianca. E immediatamente viene in mente il dibattito sorto qualche mese fa per cui diversi esponenti dello spettacolo hanno criticato Hollywood e l’Academy vista l’assenza di attori di colore tra i nominati agli Oscar.
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La casa di produzione più “virtuosa” si è rivelata essere la Lionsgate, seguita dalla Sony Pictures.
La comunità LGBT è ovviamente vastissima ed eterogenea, i più rappresentati sono i gay (77%), seguiti dalle lesbiche (23%) e bisessuali (9%), ad essere invece percepita ancora come un forte tabù è la transessualità (5%). Il rapporto GLAAD Media ha anche evidenziato come il cinema hollywoodiano sia in ritardo rispetto agli altri mezzi di comunicazione, tra cui compare anche la televisione. Grazie alle innovazioni portate dalle nuove piattaforme e dalle serie tv infatti, il piccolo schermo sembra meglio ancorato alla realtà. Basti pensare alla naturalezza con cui Orange is the new black o Girls trattano la sessualità tout court, da questo punto di vista le major hanno molto da imparare.
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