Tanti gli indimenticabili ruoli che hanno reso famoso Jack Nicholson in tutto il mondo, performer sempre in bilico tra eccessi, manie, smorfie ambigue e tra quelli hollywoodiani più amati di sempre. Ecco una possibile top 10
Tanti gli indimenticabili ruoli che hanno reso famoso Jack Nicholson in tutto il mondo, performer sempre in bilico tra eccessi, manie, smorfie ambigue e tra quelli hollywoodiani più amati di sempre. Difficile compilare una classifica delle sue migliori interpretazioni. Ci ha tentato il portale Alternative Reel, con una top ten a nostro avviso plausibile.
Alla 10^ posizione troviamo Nicholson protagonista in A proposito di Schmidt (2002) di Alexandre Payne, nelle vesti del personaggio omonimo del titolo. La scena iniziale è una delle più creative e drammatiche viste negli ultimi anni: una sorta di soggettiva a 360° dove Schmidt dice a sé stesso: “Presto, morirò. Forse tra 20 anni, forse domani, non importa. Una volta che io sarò morto e saranno morti anche tutti quelli che conoscevo, sarà stato come se non fossi mai esistito”. Poteva stare benissimo anche tra i primi posti della top 10!
Nella posizione successiva, la nona, Nicholson è un memorabile personaggio della DC Comics: la maschera di Joker nel Batman firmato da Tim Burton nel 1989. Nulla da dire, poteva essere qualsiasi altra interpretazione, ma ci sta!
All’ottava posizione l’attore statunitense è George Hanson del film culto generazionale Easy Rider (1969) di Dennis Hopper.
In settima posizione è stato scelto il Melvin Udall in Qualcosa è cambiato (1997) di James L. Brooks, insieme a Helen Hunt. I due attori vinsero entrambi l’Oscar per le parti interpretate, che rese l’opera una delle commedie più sottili e intelligenti di quel decennio, ma non solo, infatti occupa il 140esimo posto nella classifica dei 500 migliori film di tutti i tempi.
Al 6° posto troviamo Conoscenza carnale (1971), in cui un giovanissimo Nicholson, diretto da Mike Nichols, è Jonathan Fuerst. Film da rivedere per imparare le doti di scrittura e le capacità da parte del regista (qui il mostro Nichols) di tirar fuori quella ferocia necessaria agli attori che fa la differenza tra un film mediocre e un capolavoro.
“Ok, va a casa, ma nel caso in cui fossi interessata, tuo marito è stato assassinato”, è l’investigatore Jake Gittes che parla nella sceneggiatura di Robert Towne, premio Oscar, di Chinatown, film diretto da Roman Polanski, solo alla 5^ posizione della classifica, per poi passare al successivo posto, occupato da Billy “Bad Ass” Buddusky in L’ultima corvè, film eccezionale di Hal Ashby
E siamo ai primi tre posti: il terzo posto per l’interpretazione del pianista Robert Eroica Dupea in Cinque pezzi facili (1970) di Bob Rafelson, candidato a quattro premi Oscar, tra cui Miglior attore protagonista. Al 2° appare giustissimo il personaggio di R. P. McMurphy in Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) di Milos Forman, per il cui ruolo l’attore vinse l’Academy Award tanto agognato.
In vetta alla classifica, non è una sorpresa… avete indovinato, vi è proprio la follia omicida di Jack Torrance, padre che perde il senno nell’albergo (è solo una delle infinite tracce narrative), prima immaginato dalla penna di Stephen King e tradotto sul grande schermo da Stanley Kubrick: si tratta naturalmente dell’immenso Shining (1980).
E se provassimo a citare una parte un po’ più eccentrica di Nicholson? Prescindendo completamente dalla classifica citata, ci verrebbe subito alla memoria quella del protagonista di Professione: reporter di Michelangelo Antonioni.
In fondo trovate in video altre due possibili top 10.
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