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Autore Pierre Hombrebueno :: 10 Ottobre 2014

In attesa di "Inherent Vice - Vizio di forma", che uscirà in Italia il 19 Febbraio 2015, parliamo qui della lezione di cinema che Paul Thomas Anderson ha tenuto all'ultimo New York Film Festival

Paul Thomas Anderson

Il grande Paul Thomas Anderson ha tenuto un panel all'ultimo New York Film Festival, incontrando cinefili e appassionati che hanno riempito la sala immergendosi nella mente e nei pensieri dell'autore di Magnolia e Il petroliere. Per l'occasione, il cineasta non ha solo mostrato filmati tratti da opere cinematografiche, ma anche da serie tv e videoclip musicali; un fatto, questo, che sottolinea come l'autore prenda le proprie influenze dai più svariati canali, assorbendo il mondo delle immagini nella sua totalità. Una cosa che sarà sicuramente evidenziata anche in Inherent Vice, attesissima nuova pellicola del regista, la quale uscirà in Italia col titolo Vizio di forma il 19 Febbraio 2015.

Tra i vari argomenti trattati da Anderson durante la conferenza, c'è anche il plot, che ritiene essere sopravvalutato da critica e pubblico: “Non mi ricordo mai i plot dei film – spiega il cineasta – Ricordo come mi hanno fatto sentire, ricordo le emozioni e le cose visive”. Insomma, il consiglio ai film-maker è di non concentrarsi sulla storia, quanto piuttosto sulla creazione di un mood, una sensazione, un'evocazione che possa rimanere in testa agli spettatori. Come conseguenza, la logica emotiva ha la prevalenza sulla logica narrativa; prosegue l'autore: “Se la logica emotiva viene tradita, allora hai un problema (..), se inizi a fare casino con la plausibilità delle emozioni di qualcuno, allora stai andando contro le regole”.

Ecco poi il tema scottantissimo della pellicola contro il digitale. Anderson si schiera con la prima, seppur non in maniera dogmatica come Tarantino. “Il digitale è una grande opzione per i film-maker senza soldi – spiega – ma appare diversamente, e la sparizione di prodotti chimici fotografici e processi significa che i direttori della fotografia non hanno più le capacità specifiche per illuminare i film. Il livello di capacità sta diminuendo, e odierei pensare che non ci saranno più artisti come Robby Müller. Ora, grazie agli strumenti digitali di colorazione ed elaborazione, gran parte del lavoro viene fatto dopo le riprese, e quello è fottutamente barare!”.

[Leggi anche: Tarantino, Nolan e Apatow salvatori della pellicola Kodak]

E gli attori? Non sottovalutate l'interprete giusto. Parlando di Intrigo Internazionale, il cineasta fa notare: “Va sempre a finire su Cary Grant. Puoi andare avanti a parlare di cazzate tecniche, ma è solo roba per nerd.. quindi, tutte quelle cose del cosa devi riprendere e come, metti Cary Grant nel tuo film e sei a posto!”. Sarà anche per questo che dopo The Master, Anderson abbia voluto a tutti i costi lavorare nuovamente con Joaquin Phoenix.

 

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