Com'è stato il passaggio di Woody Allen dalla pellicola al digitale? Parlano i produttori

Dopo decenni e decenni di lavoro con la pellicola, alla fine ha ceduto anche l'instancabile Woody Allen, che ha girato il suo ultimo film, Café Society, in digitale. Che sia stato un passaggio doloroso? Niente affatto. Raccontano i produttori Letty Aronson ed Edward Walson: “Woody non è una persona molto interessata alla tecnologia, quindi non era molto preoccupato... ma poi siamo stati abbastanza fortunati da avere Vittorio Storaro per il film. Anche Vittorio non aveva mai girato in digitale, ma lui sa che quello è il futuro del cinema, quindi quando ha detto che l'avrebbe fatto, anche Woody ha approvato”.

“Entrambi si sono impegnati per rendere il digitale il più somigliante possibile alla pellicola. Hanno messo della grande artisticità nella prassi, ed erano meticolosi nell'uso delle luci, sia di quelle naturali che quelle artificiali. Penso che siano riusciti a ricreare l'effetto della pellicola in maniera molto più forte di quanto riescano a fare gran parte dei film digitali di oggi”.

E sulla visione artistica di Woody Allen? Rivelano i suoi soci: “Woody è prima di tutto un artista, ma è consapevole del fatto che sta facendo film per un pubblico, e vuole dargli intrattenimento. Penso che alcuni cineasti facciano pellicole solo per se stessi, ma Woody fa film per se stesso e per il pubblico, e credo che abbia un grande intuito riguardo ciò che vuole la gente di generazione in generazione”.

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“Lui non ha mai dovuto convincere qualcuno a lavorare con lui. Lui lavora con le persone migliori e loro sono più che felici di lavorare con lui” - concludono Aronson e Walson. E chissà in quanti, nel panorama contemporaneo, possono dire la medesima cosa? Probabilmente, in pochissimi!