Michael Haneke ha dichiarato di non approvare questa caccia alle streghe di stampo medievale che si sta diffondendo anche grazie ai movimenti contro gli abusi sessuali come #MeToo
Michael Haneke non ci sta a questa sorta di linciaggio mediatico continuo cui sono sottoposti i vari presunti colpevoli di molestie sessuali. Una sorta di caccia alle steghe degna del Medioevo, l'ha definita il regista austriaco, famoso per opere come Il nastro bianco e Amour.
Non c'è dubbio che, ha dichiarato al quotidiano austriaco Kurier, "ogni forma di violenza sessuale o corecizione sia punibile... ma l'isterico pregiudizio, che si sta diffondendo, lo trovo assolutamente disgustoso. E non voglio sapere quante di queste accuse legate a incidenti accaduti negli ultimi 20 o 30 anni siano solo delle affermazioni che poco hanno a che vedere con molestie sessuali".
Haneke ha poi detto che di sicuro adesso per questi commenti si riferiranno a lui come "Haneke, il maschio sciovinista maiale", ma dall'altro lato non possiamo approvare "la furia cieca che non si basa sui fatti accaduti e i pregiudizi che distruggono la vita delle persone il cui crimine non è stato provato in numerosi casi. Le persone sono semplicemente uccise dai media, rovinando la loro vita e la carriera".
Insomma, per Haneke si tratterebbe di un'inutile ondata di puritanesimo sostenuto peraltro da queste campagne come #MeToo.
D'altra parte, fa notare Haneke, che un film come L'impero dei sensi di Nagisa Oshima forse oggi non potrebbe esser realizzato, perché nessuna istituzione finanzierebbe un'opera contro l'opinione corrente dominante.
Haneke, dopo l'intervento di Catherine Deneuve, e ricordiamo anche quello di Brigitte Bardot e del distributore francese Stéphane Célérier, non è stato l'unico a prendere una posizione controcorrente verso il movimento #MeToo e a parlare di caccia alle streghe.
Nel frattempo aspettiamo da Haneke la sua nuova serie su tematiche distopiche Kelvin's Book.
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