"Where to Invade Next", la nuova pellicola di Michael Moore, uscirà negli Stati Uniti col divieto ai minori di 17 anni, a meno che non alleggerisca il docu tagliando qualche scena esplicita. Ovviamente, però, l'autore non ci sta
Brutte notizie per Michael Moore: la commissione americana, infatti, ha bollato la sua ultima pellicola (Where to Invade Next) con una R Rating, vietandola ai minori di 17 anni senza accompagnatori adulti. Il motivo? L'associazione ha parlato di “linguaggio, alcune immagini crude, uso di droghe e sequenze di nudi espliciti”. Moore ha riconosciuto che tutti questi elementi siano effettivamente presenti nel suo docu, ma ha anche sottolineato come nulla della pellicola sia poi tanto più provocatorio o disturbante di un qualsiasi telegiornale in prima serata.
Per permettere all'opera di avere un pubblico più ampio, l'autore dovrebbe dunque tagliare alcune scene, in modo da cambiare rating in un PG-13. Ma Moore, ovviamente, non ci sta: “Non farò tagli. Non crediamo nella censura in questo paese. Non ci possono essere compromessi in questi tipi di cose. La commissione censura non vuole che i teenager vedano queste cose senza una supervisione di adulti. Il mio consiglio ai teenager americani è: sapete quel che dovete fare e come entrare dentro”.
Non è certamente la prima volta che una pellicola targata Michael Moore riceve dei divieti, e pensiamo a Fahrenheit 9/11 o Bowling a Columbine. Prosegue: “La censura non fa così per andare contro di me personalmente. È il soggetto dei film che la disturba. Dire che in questo paese non abbiamo ancora una cura medica adeguata è un argomento esplosivo. Ma in questo film non ci sono scene di violenza gratuita, e nessuno fa sesso. Non sto incoraggiando l'uso di droghe, alcool o tabacco, quindi che problema c'è? Vedo film PG-13 dove centinaia di personaggi hanno pistole o bombe”.
[Leggi anche: Michael Moore presenta il suo nuovo film, "Where to Invade Next"]
Where to Invade Next uscirà nelle sale statunitensi il 23 dicembre, forte di recensioni positive da parte di pubblicazioni importanti come indieWIRE, Screen International e Variety. Al momento, invece, non ci risulta che un distributore italiano l'abbia acquistato, ma rimaniamo fiduciosi..
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