Ritratto di Andrea Caramanna
Autore Andrea Caramanna :: 2 Gennaio 2018
La locandina di Corpo e Anima

La vincitrice dell'Orso d'Oro a Berlino, Ildikó Enyedi, con il film "Corpo e Anima" arriva sugli schermi in Italia dopo quasi un anno, da giovedì 4 gennaio

C'era quel film di Salvatore Piscicelli che si chiamava Il corpo dell'anima. Anche lì una eccentrica storia d'amore, ma tra due persone molto diverse fra loro. Il vecchio che scopre di nuovo il desiderio per la giovane eccitante ragazza.

Il film di Ildikó Enyedi potrebbe avere gli stessi intenti nella misura in cui dal corpo, da quel contatto tra persone e Natura, si riprende a vivere, si riceve di nuovo la luce del Sole e si può anche amare, attraverso una ritrovata spiritualità.

Ma nel film di Ildikó Enyedi invece troviamo una terrificante frattura tra mondo dei vivi e mondo dei morti. Chi sono i vivi? Naturalmente gli animali da macello. Il loro sguardo è puro e vitale fino all'ultimo istante. 

I personaggi umani sono tutti morti, o almeno sono ormai assenti, (non) vivono nel cinismo e nell'indifferenza robotica della "fabbrica di cibo", lontani dal contatto sentimentale e dalla Natura.

I due protagonisti hanno perso la possibilità di autentiche relazioni umane semplicemente perché queste non sono più possibili in un mondo di "disumani". Disumani che lavorano alla catena di montaggio, tagliando a pezzi le carcasse degli animali vivi.

Lei, Maria, è affetta da una sindrome anaffettiva, ha una memoria autistica, mentre lui, Endre, ha il braccio paralizzato, anche se il film non ci dà alcuna informazione sulle cause.

I loro sogni coincidono, forse perché in loro è rimasta una scintilla di autentica umanità, quella che li collegherebbe ai due cervi che amoreggiano nella natura. E poiché la sincronicità è nelle cose, non deve affatto stupire la coincidenza di segni nel'inconscio collettivo che si manifesta attraverso la dimensione onirica. Quest'ultima rappresenta per questi due personaggi l'àncora di salvezza: un possibile risanamento del loro malato distacco dalla natura. Non a caso l'amplesso finale riprende il respiro e i movimenti dei cervi.

Quanto nel film questi meccanismi siano consapevoli nessuno lo può dire tranne la stessa regista.

Il lato positivo di questo film è che parte da un'apertura, da una fenditura di consapevolezza (le immagini del mattatoio) e procede nel tentativo di esplorarla. E già questo non è poco nel mondo addormentato dell'immaginario contemporaneo.

Trailer italiano di Corpo e Anima

Voto della redazione: 

3

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