Recensione di Ouija di Stiles White. Tanta noia e una valanga di cliché per l'ennesimo horror di cui nessuno sentiva il bisogno
La produzione in serie di horror di bassa lega ha assunto da un paio di decenni a questa parte una piega che ricorda da vicino quella del mercato pornografico: sceneggiature inesistenti e cliché a rotazione si sforzano di riempire un lasso temporale di circa novanta minuti, finalizzato ad attirare spettatori con vaghe promesse di realismo e di nuove frontiere dell’estremismo da superare. In entrambi i casi, a fine visione, si prova una vaga sensazione di vuotezza mista a disgusto e la certezza di aver sprecato per sempre un’ora e mezza della propria vita che non verrà mai restituita.
Anche quest’ultimo Ouija fa parte della categoria della “pornografia orrorifica”, non avendo assolutamente niente da dire: ulteriormente appesantito da un ritmo soporifero (oltre cinquanta minuti scorrono mortiferi senza che niente accada) e da un parco interpreti di rara sciatteria, si classifica tra i peggiori prodotti da discount per teenager, non riuscendo mai a creare un minimo di tensione, nemmeno avvalendosi dei trucchetti e degli “spaventi” più cretini.
La storia è di una banalità quasi imbarazzante: un gruppo di amici viene molestato da uno spirito maligno dopo aver giocato con una tavola ouija: saranno decimati uno a uno, finché l’arcano non verrà svelato, negli ultimi, vagamente concitati, minuti.
La lentezza esasperante con cui l’azione si dipana potrebbe far sperare in un build-up della tensione di un certo livello, ma si tratta solo di mancanza di idee e spunti, che vengono tutti buttati in maniera confusa e raffazzonata nell’ultimo terzo del film, appellandosi ai più scontati topoi del genere: dalla madre medium, alle bambine inquietanti e seviziate, fino all’ospedale psichiatrico. Risibili gli effetti speciali da due soldi e inesistente la regia, come anche la direzione dei giovani attori.
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Parte della responsabilità del fallimento globale può essere attribuita al pesante lavoro di riscrittura cui è stata sottoposta la pellicola: molte scene sono state addirittura eliminate e girate nuovamente per volere della casa di produzione. Operazione che non è servita a migliorare il risultato finale, ma, al contrario, ha aggiunto ulteriore confusione a un prodotto già limitato in partenza, di cui non si sentiva veramente alcun bisogno.
Voto della redazione:
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