Il celebre regista John Carpenter riesce a padroneggiare, alla perfezione, le migliori tecniche cinematografiche. Ecco un video che mostra alcune delle sue più storiche inquadrature, utilizzate come atto di storytelling
Lo storytelling è una componente fondamentale per la riuscita di una pellicola. Il personaggio che lo spettatore osserva per la prima volta, infatti, serve a plasmare la struttura del film e grazie a lui possiamo comprendere gli avvenimenti ed abbiamo una reazione emotiva, positiva o negativa, al termine della visione.
John Carpenter, storico regista divenuto celebre per il capolavoro horror noto come Halloween, utilizza diversi tipi di inquadrature per plasmare la storia in un modo o nell'altro, realizzando sempre pellicole cult. Ecco un breve video che mostra alcuni dei suoi usi più sapienti all'interno delle opere da lui dirette:
Prendiamo ad esempio la storica scena di Halloween in cui Michael Myers uccide la sua famiglia. Il regista ce la propone dal punto di vista dell'assassino, all'interno delle cavità orbitali della sua maschera. Questo genera un senso di impotenza e terrore aggiunto allo spettatore perché lo posiziona, incosciamente, nei suoi panni. Quest'ultimo, infatti, sembra commettere in prima persona il brutale omicidio e non può che rimanerne terrorizzato.
L'impulso di plasmare una storia direttamente dal cervello degli spettatori sta alla base di uno storytelling di successo. Un altro esempio può ritrovarsi nella storica pellicola sci-fi, Essi Vivono, con protagonista il compianto wrestler Roddy Piper. Osserviamo il personaggio di Nada, da lui interpretato, che si aggira per le strade indossando un paio di occhiali da sole. Ad un certo punto riversa la sua attenzione verso un cartellone raffigurante un alieno e la scritta Obey, e la visuale cambia di colpo, consentendoci di vedere la storia attraverso i suoi occhi.
Questa tecnica crea un effetto che disorienta lo spettatore e lo porta a chiedersi se quello che ha appena visto sia reale o meno. Nella pellicola In the mouth of Madness (Il seme della follia), invece, vediamo i personaggi di John Trent e Linda Styles vagare, in maniera letterale, attraverso le pagine di un libro. Dal momento che i due stanno indagando sulla scomparsa di una scrittrice di romanzi, Sutter Cane, il regista pone i personaggi al'interno delle pagine fisiche di uno dei suoi testi, creando un effetto metaforico davvero notevole.
Quale punto di vista viene enfatizzato dunque? Gli spettatori empatizzano con i due protagonisti ma, in questo caso, lo storytelling avviene per mano della scrittrice, Si tratta, dunque, di un raffinato esempio di meta-narrativa cinematografica.
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