Conquista il Gran Premio della Giuria il connazionale Vito Palmieri con il suo film “See you in Texas”
Si è chiusa ieri sera la diciannovesima edizione del festival più importante della Cina, lo Shanghai International Film Festival. Quest’anno in giuria, presieduta da Emir Kusturica, anche Daniele Luchetti, tra gli altri. Oltre alle sezioni in concorso e a quelle asiatiche, il festival, come tutti gli anni, offre una copiosa e varia selezione, dalle pellicole restaurate o digitalizzate (e quest’anno anche a Fellini, Scola e Visconti è toccato quest’onore), ad una selezione tutta italiana (Focus Italy) che ha portato alcuni dei titoli nostrani più visti, anche in territorio cinese: Alaska di Claudio Cupellini, Accabadora di Enrico Pau, La prima luce di Vincenzo Marra, Se Dio vuole di Edoardo Falcone, Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Collateralmente sono stati presentati Fuocoammare di Gianfranco Rosi, Sangue del mio Sangue di Marco Bellocchio, L’attesa di Piero Messina e Carmen di Tiziano Mancini.
Più di tutti però, è la presenza di un regista esordiente nostrano, Vito Palmieri, nelle fila dei candidati al premio principale, Golden Goblet Award, che è riuscito infine a conquistare un importantissimo Gran Premio della Giuria. Il suo film See you in Texas, aveva appena esordito in anteprima mondiale al Biografilm, quando pochi giorni dopo la giuria dello Shanghai International Film Festival ha deciso di conferirgli questo riconoscimento speciale: Palmieri ha sbaragliato la concorrenza di selezionati 13 rivali, soprattutto da Asia ed Europa, tra cui spiccava il nome di Werner Herzog e del suo ultimo Salt and Fire.
Il film di Palmieri racconta la vicenda di Silvia e Andrea messi di fronte a scelte di vita importanti, sullo sfondo di una fattoria del Trentino. I panorami italiani sono stati egregiamente portati in terra asiatica, anche se la giuria è stata positivamente impressionata “dalla naturalezza della scrittura e dalla verità dei dialoghi”, scritti a sei mani da Francesco Niccolai, Vito Palmieri e Vanessa Picciarelli.
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Il premio più ambito come Miglior Film è andato ad una pellicola locale diretta da Liu Jie, meglio conosciuto al fianco di Wang Xiaoshuai come direttore alla fotografia (Le biciclette di Pechino) o per il suo precedente film da regista Courthouse on Horseback. Il film che lo ha portato alla vittoria, De Lan, è una storia d’amore turbolenta tra una donna tibetana e un disilluso funzionario. Altro premio importante, più che altro per la scelta di premiare un regista esordiente e una pellicola povera di finanze ma non di contenuti, è il vincitore della sezione Asian Talent Award, Raam Reddy e il suo coinvolgente Thithi.
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