È l'Europa la vera protagonista del festival cinese Shanghai International Film Festival che, arrivato alla sua 17esima edizione, ha consegnato questa settimana i premi e chiuso la kermesse con la proiezioni in anteprima di Trasformers IV
È l'Europa la vera protagonista del festival cinese Shanghai International Film Festival che, arrivato alla sua 17esima edizione, ha consegnato questa settimana i premi e chiuso la kermesse con la proiezioni in anteprima di Trasformers IV. La giuria, guidata da Gong Li, aveva un'altissima percentuale di registi al suo interno, sebbene di provenienza internazionale, e non stupisce quindi che il Golden Globet al Miglior Film abbia contemporaneamente consegnato quello alla Miglior Regia allo stesso Pantelis Voulgaris, e la Miglior Attrice alla sua protagonista Penelope Tsilika.
Questo indiscusso vincitore è un film greco in costume ambientato ad inizio Novecento, Little England (Mikra Anglia): racconta di una sofferta storia d'amore, intrecciata a segreti celati, che coinvolge due sorelle dell'isola di Andros. La loro quotidianità isolana è fortemente segnata dalla presenza del mare, che divide le famiglie e mette a dura prova queste donne in attesa del ricongiungimento con i loro mariti. La storia è un adattamento del romanzo della moglie del regista, Ioanna Karystiani, già vincitrice del Greek National Book Award; i due quindi giocano in casa e ricordano un po' la coppia Castellitto-Mazzantini. Sono infatti, anche per questo binomio creativo, i sentimenti ad essere al centro dell'evoluzione narrativa, gli stessi che hanno permesso alla Grecia di conquistare il cuore della giuria al festival cinese, dopo aver già sbancato il botteghino in patria.
Malgrado il successo del film greco, il gossip ha avuto la meglio nell'attirare l'attenzione sulle sorti di un altro prodotto: si tratta di The uncle victory di Zhang Meng che, dopo essersi portato a casa il Premio della Giuria, è stato bannato dagli schermi a causa di un recente scandalo (prostituzione, pare) che ha interessato l'attore protagonista, Huang Haibo. Il fattaccio non soltanto ha impedito al film di raggiungere il grande schermo, ma ha calato un velo di mutismo attorno alla pellicola anche per la stampa, assettata di dettagli aggiuntivi.
L'innominabile non è l'unico film cinese ad aggiudicarsi un premio: erano soltanto due in gara per la preziosa statuetta, e due sono i premi conquistati. The Sacred Arrow di Pema Tseden si porta a casa il riconoscimento alla fotografia, per Luo Pan, che sebbene non si tratti di uno dei premi maggiori, regala al cinema cinese in competizione il 100% delle vittorie possibili.
Al film con Keira Knightley, Begin Again di John Carney, arriva al riconoscimento alle musiche di Gregg Alexander; mentre il tedesco Diplomacy di Volker Schloendorff vince il Golden Globet per la sceneggiatura scritta a quattro mani con Cyril Gely. Felice sorpresa la conquista Thailandese di The last executioner, un film drammatico tratto dalla storia vera di Chavoret Jaruboon, l'ultimo boia della storia Thailandese, che ha lavorato anni in continua lotta con la propria coscienza per la sola volontà di mantenere la propria famiglia. Il libro ha fatto molto parlare di sé, e il film allo Shanghai International Film Festival consegna il premio al Miglior Attore Protagonista, Vithaya Pansringarm.
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