Sono diversi i titoli che approdano al Festival più internazionale della Cina, ma i riflettori sembrano puntati su altro
Ha aperto il sipario sabato sera lo Shanghai International Film Festival, un evento festivaliero che è considerato il più importante dell'Asia, secondo solo a Tokyo, anche se i cinesi non amano sentirselo dire. Tuttavia l'impressione è, a pochi giorni dall'inizio, che il focus d'interesse sia su aspetti mondani o legati alle future produzioni e scottanti anticipazioni.
Tant'è che la presenza (annunciata quasi all'ultimo minuto) di Nicole Kidman ha quasi spodestato quella di Gong Li, presidente di giuria, e musa cinese per eccellenza. La bionda esordisce proprio al SIFF con la sua ultima produzione su Grace Kelly, mentre la mora si prodiga in velate critiche sul cinemabiz cinese. E il programma dei film partecipanti viene inghiottito dalle fanfare dei VIP: non è più chiaro se si tratti di cinema-system o star-system.
Accanto alla competizione ufficiale del Golden Globet Award, una sezione per giovani talenti asiatici, Asian New Talent Award appunto, e quella onnicomprensiva Panorama, dove appunto anche il tricolore ha trovato un suo posto. Ecco i titoli che compariranno nelle sale shanghaiesi sotto il cappello di Focus Italy: Sacro Gra di cui si era già avuta anticipazione in precedenza; Giovanni Veronesi (con L'ultima ruota del carro), Ettore Scola (con Che strano chiamarsi Federico), Gianni Amelio (con L'intrepido), Marco Simon Puccioni (con Come il vento) tra i registi navigati; tra gli esordi invece Sydney Sibilia con Smetto quando voglio, Matteo Andreolli con Eppideis, lo sconosciuto Neverlake di Riccardo Paoletti e L'arbitro di Paolo Zucca; e ancora, Miele di Valeria Golino che non è nuova all'esperienza asiatica, La variabile umana di Bruno Oliviero e Salvo di Piazza-Grassadonia; Via Castellana Bandiera di Emma Dante ritorna, poiché già l'anno scorso grazie ad Elena Cotta aveva favorito di un giro promozionale in zona; infine Il principe abusivo di Alessandro Siani che passa dietro all'obiettivo con questo film di esordio.
Fuori dal Focus Italy, sono stati inclusi altri titoli a produzione italiana: The Repairman (co-produzione inglese) di Paolo Mitton è nella lista di Spectrum insieme ad un affollatissimo elenco di titoli da ogni dove nel globo, così come pure Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto che, dopo l'esperienza di Pechino, visita anche la seconda metropoli cinese (per placare ogni invidia).
La selezione italiana rimane la più nutrita tra quelle europee offerte dal SIFF che si unisce alla rassegna dedicata al mostro sacro Rossellini e porterà quindi nuove e vecchie produzioni all'attenzione del pubblico di Shanghai. Ma non vi illudete che questo abbia annientato la forza francese in terra asiatica, che per tutto il resto dell'anno rimane imperante... Spopolano poi le produzioni 4K, gli IMAX ritoccati (pure Batman Begins!) e per questo gli USA di certo stanno in cima alla lista delle presenze.
Questo mastodontico appuntamento, che proietta più di 200 film qua e là per la metropoli, rimane più focalizzato sul consolidamento o sul gettare le fondamenta di preziose collaborazioni con la Grande Cina. Ecco perché, pullula di comunicati e indiscrezioni su partnership e accordi a tanti zeri. Non a caso Shanghai si è prodigata per una sezione formativa tutta dedicata a come potenziare la verve produttiva di uno dei settori commerciali che più si sta dimostrando di efficace crescita. E non a caso la compagnia di Jackie Chan ha aspettato Shanghai per annunciare che la sua prossima modesta produzione da 65 milione di dollari, Dragon Blade, si avvarrà di Adrien Brody e John Cusack al suo fianco; oppure la sorella cinese della DreamWorks, tal Oriental DreamWorks, ne approfitta per piazzare indiscrezioni sulle future produzioni ben più aperte all'esportazione di quanto aveva precedentemente pianificato con il progetto Kung Fu Panda 3.
Chissà quali altre vertigionose novità ci riserva il festival di Shanghai; c'è tempo fino al 22 per restarne stupiti.
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