Presenti alla conferenza stampa di "Soap Opera", film d'apertura della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma tutto il cast, il regista Alessandro Genovesi e i produttori che hanno risposto alle domande della stampa.
Il Festival Internazionale del Film di Roma si è aperto con una commedia corale, diretta da Alessandro Genovesi: Soap Opera. La stampa si è divisa, tra applausi e risate, e tra fischi e toni di disapprovazione. Qualche ora dopo, si è svolta la conferenza stampa in cui erano presenti gli attori Diego Abatantuono, Chiara Francini, Ricky Memphis, Fabio De Luigi, Cristina Capotondi, Ale & Franz e Elisa Sednaoui. Allo stesso tavolo, non poteva mancare il regista e i produttori di Colorado Film, Medusa.
Da dove nasce l'idea di Soap Opera?
Nasce da un'idea che ho avuto circa sette anni fa, era ideale per il teatro. Soap Opera era stata pensata, infatti, come mini serie per il teatro. Una puntata a settimana. Chiaramente è stata riscritta la sceneggiatura adattandola per il cinema. È comunque un progetto personale a cui tengo molto. Mi sento poi di allargarlo anche agli attori perché ognuno di loro lo ho fatto proprio.
In quante copie uscirà il film?
Uscirà nelle sale dal 23 ottobre, in circa 450 copie.
È un film raccontato in modo particolare, il pubblico sarò pronto?
Sì, l'argomento è l'amore, trattato in modo semplice. Molto è stato fatto dagli attori, ci tenevo che avessero una recitazione realistica nel contesto del tutto finto della scenografia, perché serviva a dare verità ad un mondo ovattato e di fiction.
Una domanda a Diego Abatantuono e a Fabio De Luigi. In una scena in cui ci siete voi e il resto del cast, il regista vi ha lasciati a briglie sciolte?
DIEGO ABATANTUONO: No, il tipo di recitazione che c'è nel film è stato scelto prima, non c'è stato spazio all'interpretazione.
FABIO DE LUIGI: In effetti però ci sono dei dialoghi sui quali noi attori, d'istinto, abbiamo provato a lavorare con più spazio all'interpretazione personale.
Altra domanda al regista. Oggi in sala, alcuni si sono divertiti, altri hanno fischiato. Ha messo in conto il coraggio?
Il coraggio fa parte del mio lavoro. Ad ogni modo, sono onorato di essere qui, ma sono stato invitato a presentare il mio film.
Che tipo di cinema le piace?
Quello anglosassone. Ad esempio, mi piace molto Wes Anderson, perché racconta bene un mondo bizzarro e ogni volta con un grandissimo cast.
A Chiara Francini. La sua battuta "non sono io ad essere brava, sono le altre ad essere cagne", era studiata o no?
No, era naturalmente presente nella sceneggiatura.
[Leggi anche: Capotondi e Genovesi presentano Soap Opera a Taormina]
A Cristiana Capotondi. Che pensa del film?
È un film ricco di ironia, si lascia andare a guizzi divertenti. È un bell'esperimento.
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