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Autore Sandra Martone :: 24 Novembre 2014

Dopo "The Walking Dead" arriva su Syfy la nuova survivor series "Z Nation"

"Z Nation"

Cosa succederebbe al mondo se arrivasse un’apocalisse zombie? A rispondere a questa domanda c’è un’intera cinematografia di genere ma, per quanto riguarda la televisione, fino ad oggi è stato lo show tv tratto dall’omonimo fumetto di Robert Kirkman, The Walking Dead, a dare la risposta.

Arrivata ormai alla quinta stagione The Walking Dead, puntata dopo puntata, ha iniziato a somigliare più a un drama post apocalittico che a una vera e propria survivor series: l’umanità dei suoi personaggi, spaventati perdenti, ha dato un tono quasi melò alla narrazione rendendo il tutto ancora più surreale del dovuto.

I ragazzacci della The Asylum (Il manicomio), casa di produzione statunitense derisa dalla critica che basa la sua fortuna su film a basso costo che mai vedono luce sul grande schermo, ma nascono per essere distribuiti in homevideo o sul canale SyFy, dopo aver parodiato tanti titoli delle major hollywoodiane (Il Codice Da Vinci, Alien vs Predator, King Kong…) hanno esordito proprio in questa stagione nella serialità con Z Nation.

Oltre a un’ironia senza controllo e una totale assenza di presunzione che rendono sopportabili anche la bassissima qualità dei contenuti e della produzione, la The Asylum è forte della capacità di girare e distribuire in tempi record i propri lavori a costi estremamente competitivi. Ogni puntata di Z Nation, infatti, è scritta e girata in tre settimane e il risultato non è solo ottimo ma tende ad essere più verosimile, rispetto al genere, della tanto patinata e idolatrata The Walking Dead.

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Quella che voleva essere la serie parodia dell’amatissimo show post-apocalittico, al quale ruba senza remore la fotografia e spunti di regia, in realtà fin dall’incipit risulta migliore: a tre anni da un terribile virus zombie un gruppo di persone ha il compito di dover scortare l’unico superstite immune al virus da New York fino in California dove c’è l’ultimo laboratorio in funzione che deve studiare il sangue dell’uomo per realizzare un vaccino che possa salvare ciò che resta dell’umanità.

Ogni puntata di Z Nation (che già è stato rinnovato per una seconda stagione) è una tappa in una città e, a differenza di The Walking Dead, non solo i protagonisti hanno uno scopo ben preciso ma sono anche da considerare veri e propri eroi in quanto solo i più forti sono stati in grado di sopravvivere al tragico virus che ha portato il mondo al collasso.

Divertente e pregna di citazioni cinematografiche, eccessiva ma anche umana soprattutto nella story line che riguarda il Cittadino Z (DJ Qualls), ultimo sopravvissuto della NSA che isolato al Polo Nord lotta contro la noia di giornate infinite finché non arriva un meraviglioso cane a fargli compagnia e a salvarlo dalla follia, Z Nation è una serie che, partita in sordina e girata per essere la presa in giro di The Walking Dead, è stata in grado di superare lo show che voleva sbeffeggiare diventando non solo più avvincente ma anche più emozionante e coerente della più famosa concorrente televisiva.  

La The Asylum con Z Nation ha avuto la capacità di dare al pubblico amante di un genere nato nel lontano 1932 con L’isola degli zombies, quello che ha sempre voluto: avventura, eroi e migliaia di morti viventi ai quali si ha il dovere di tagliare la testa.

Il Trailer di Z Nation

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