3 ore di documentario per analizzare e raccontare le opere di Stanley Kubrick, indiscutibilmente uno dei più rinomati registi della storia del cinema. A realizzarlo è stato Cameron Beyl: diamogli un'occhiata
Tra i registi più sviscerati e studiati della storia del cinema, c'è sicuramente Stanley Kubrick. Basti pensare all'infinita bibliografia su di lui: solo in Italia, ad esempio, sono stati pubblicati Stanley Kubrick: L'umano, né più né meno di Michel Chion, Overlooking Kubrick di Vito Zagarrio (con interventi di alcuni dei più rinomati studiosi italiani, da Paolo Bertetto a Mario Sesti), Gli orizzonti del cinema di Stanley Kubrick di Livio Costarella / Davide Magnisi, Kubrick di Michel Ciment, Stanley Kubrick: Tempo, Spazio, Storia e Mondi Possibili di Gian Piero Brunetta (che raccoglie le relazioni tenute al Convegno internazionale di studi "Stanley Kubrick" promosso dall'Ente Teatro Romano di Fiesole nel 1983) e tantissimi altri ancora. Ovviamente, non sono mancati nemmeno i documentari sull'amatissimo cineasta, di cui il più celebre è probabilmente Stanley Kubrick: A Life in Pictures di Jon Harlan, la quale vanta le testimonianza di personalità come Tom Cruise, Nicole Kidman, Malcolm McDowell e Woody Allen.
Eppure, nessuno riesce forse a eguagliare il lavoro svolto da Cameron Beyl, che ha realizzato ben 3 ore di studio documentaristico sul maestro. L'opera si suddivide in 5 segmenti: il primo si focalizza sui primi film indipendenti di Kubrick, da Paura e desiderio a Rapina a mano armata; poi, prosegue con le collaborazioni col divo Kirk Douglas, ovvero Orizzonti di Gloria e Spartacus; nel terzo capitolo, troviamo invece i film con Peter Sellers, Lolita e Il Dottor Stranamore, arrivando poi alla quarta installazione, la quale analizza i più celebri capolavori del cineasta, e pensiamo a pellicole come 2001: Odissea nello spazio, Arancia Meccanica e Barry Lyndon. Nel segmento conclusivo, infine, arriviamo alle pellicole finali prima dell'addio nel 1999, anno del testamento Eyes Wide Shut.
[Leggi anche: I capolavori di Stanley Kubrick trasformati in commedie per famiglie]
Cosa interessante del documentario, più che il lato analitico o puramente accademico, sono i materiali di repertorio che Beyl ha scovato: non solo una ricca galleria di foto suggestive dai set, ma anche filmati da backstage e interessanti aneddoti.
Insomma, evidentemente sviscerare Stanley Kubrick non passa proprio mai di moda. Dunque, se bazzicate abbastanza l'inglese o se siete semplicemente abbastanza curiosi in proposito, date un'occhiata ai filmati, immergendovi ancora una volta nell'evocativo mondo di uno dei migliori registi della storia. Buona visione!
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