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Autore Rosa Maiuccaro :: 23 Luglio 2014

L’amato professore Severus Snape di "Harry Potter" ha rubato la scena a tutti al Giffoni Film Festival dove ha parlato del suo nuovo film "A Little Chaos", dei libri di J.K. Rowling e ha rimpianto i film di una volta come "La Stangata"

Alan Rickman al Giffoni Film Festival

Alan Rickman ha sbaragliato tutti, la popolarità raggiunta grazie a Harry Potter lo ha reso estremamente noto e al Giffoni Film Festival i suoi fan si sono fatti sentire. Anche lui, come gli ospiti che lo hanno preceduto, si è complimentato con i ragazzi per il tema scelto quest’anno: la diversità. “Mio padre è morto quando avevo 8 anni e il fatto che mia madre dovesse crescere da sola quattro figli mi ha reso un bambino diverso. Poi sono stato fortunato a frequentare una scuola che incoraggiava l’espressione della diversità”. Quanto è difficile essere diversi oggi? “Questa è l’epoca degli iphone, dei social media e del bullismo. I giovani sono sotto pressione e sono spesso costretti a conformarsi per non essere esclusi o scherniti. Penso che questo festival possa essere fondamentale al fine di rafforzarli”. Come giudica i personaggi che ha interpretato finora nella sua carriera? “Non potrei mai interpretare dei personaggi che giudico. Io interpreto delle persone non dei buoni o dei cattivi. Sta al pubblico giudicare. D’altronde l’importante sono le belle storie, quelle coinvolgono grandi e piccini senza alcuna differenza. Del mio lavoro amo ammirare il silenzio in sala quando gli spettatori sono persi nelle storie”. Il cinema sta vivendo un grande momento di crisi mentre la televisione non fa che acquistare punti. “I film di una volta come Tutti gli uomini del presidente e La stangata non ci sono più. Le tv via cavo hanno un grandissimo successo, basti pensare che le serie di Netflix quest’anno sono perfino state candidate agli Emmy. Per un attore si tratta di firmare un contratto di circa 7 anni e io già l’ho fatto con la saga di Harry Potter”.

Quindici anni dopo il suo esordio alla regia con L’ospite d’inverno, Rickman è ritornato dietro la macchina da presa per A Little Chaos, un film in costume che chiuderà il Festival di Toronto. A settembre invece uscirà in Italia Une promesse di Patrice Leconte, presentato lo scorso anno in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, che lo vedrà protagonista. “Ho appena finito la fase di post-produzione di A Little Chaos che è un film in parte reale e in parte inventato. La parte reale riguarda la costruzione delle fontane della reggia di Versailles mentre quella inventata riguarda la progettista che nel mio film è una donna, interpretata da Kate Winslet. Alla corte di Luigi XIV, che interpreterò io, era ovviamente impensabile che potesse essere una donna a progettare, mentre avendo avuto una sceneggiatrice donna ho deciso di dare un punto di vista più femminile al mio film. L’altro attore protagonista sarà il belga Matthias Schoenaerts, già interprete di Un sapore di ruggine e ossa”. Quali sono le difficoltà di un attore che diventa regista? “In teatro si è più soli mentre al cinema si è circondati da un gruppo di esperti che ti aiutano in tutti i modi. Da regista si impara a lavorare in sottrazione. Tutto il resto è una questione pratica di soldi e atmosfera. È sempre più difficile trovare i soldi per la distribuzione nei cinema e l’appoggio degli esercenti”.  

Numerosissime sono state le domande riguardanti il personaggio di Harry Potter che l’ha reso celebre tra gli spettatori più giovani ovvero il professore Severus Snape. Rinuncerebbe a tutto per amore come lui? “Se vogliamo essere seri, l’amore è tutto ciò che conta nella vita. Snape era un personaggio molto caro alla scrittrice che si è sempre rifiutata di rivelarne particolari segreti. Tutto ciò che posso dire è che ringrazio Harry Potter per aver incoraggiato i giovani a leggere libri”. Ovviamente sono tutti curiosi di sapere se può dare conferma sulla possibilità di un sequel di Harry Potter. “Mia moglie sta leggendo gli ultimi romanzi di J.K.Rowling e li trova fantastici. Io non so se ci sarà un sequel ma in ogni caso sono morto. Non so come siano riusciti dei ragazzi così giovani come Daniel Radcliffe e Emma Watson a sostenere dei ritmi di lavoro così alti”.

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