Ritratto di Marco Rovaris
Autore Marco Rovaris :: 25 Gennaio 2015

Quali sono gli autori che più hanno influenzato e divertito il regista di Rimini? E che tratti in comune si possono trovare tra la sua poetica e quella di Hitchcock, Ford e altri pilastri della storia del cinema? Ecco il meglio per Federico Fellini

Federico Fellini

Quali sono i film preferiti di Federico Fellini? Nella top ten tanti classici e anche lui stesso. Come provare a trovare le convergenze tra il suo gusto e quello dei maestri nella seguente lista?

Il circoLuci della cittàMonsieur Verdoux (1928, 1931, 1947, Charlie Chaplin)
Qualsiasi film dei Fratelli Marx o di Laurel & Hardy
Ombre rosse (1939, John Ford)
Rashomon (1950, Akira Kurosawa)
Il fascino discreto della borghesia (1972, Luis Buñuel)
2001: Odissea nello spazio (1968, Stanley Kubrick)
Paisà (1946, Roberto Rossellini)
Gli uccelli (1963, Alfred Hitchcock)
Il posto delle fragole (1957, Ingmar Bergman)
8 1/2 (1963, Federico Fellini)

Nessun cinefilo si stupirà della classifica, visto che tutti i titoli sono dei must per ogni studioso della settima arte e parte integrante del bagaglio culturale di chiunque sia un appassionato del grande schermo. Ma si può provare a trovare dei punti di contatto tra la produzione del cineasta di Rimini e lo stile degli autori da lui scelti come fonte di ispirazione. Ogni suggestione è possibile laddove un uomo mette addirittura se stesso nell'elenco dei preferiti.

[Leggi anche: Fellini 8 ½ e altri sogni. Gianfranco Angelucci racconta Fellini]

Per esempio, ad alcuni forse può risultare strano che il maestro abbia citato l'intero corpus dei fratelli Marx e del duo comico Stan Laurel e Oliver Hardy: in realtà queste comiche ritornano nel gusto per lo scherzo e nelle scene giocose di Fellini, che non ha mai tralasciato di condire le sue opere con una componente di comicità ai limiti del grottesco. Anche se, ovviamente, non si può certo arrivare a parlare di slapstick.

Ma sono più evidenti le influenze da parte di coloro che investirono molto sull'astratto e su uno stile narrativo immaginifico e lontano dalla consuetudine: ecco quindi comparire capolavori di Kubrick - con il suo film più epico e difficile da comprendere per il pubblico medio - e Buñuel, l'uomo che meglio di tutti coniugò il surrealismo con il cinema e addensò in questo contenuti politicamente scorretti. Enigmatico è anche lo stile di Bergman, pilastro del cinema europeo che ha contrassegnato la sua epoca con ieratiche produzioni scandinave.

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Gli uccelli è sicuramente uno dei film meno lineari di Hitchcock, quasi due film in uno e con un finale di forte impatto visivo, mente Ombre rosse è una lezione di ritmo e montaggio di John Ford, modello anche di Welles. Tracce di queste prerogative fanno parte dell'immaginario felliniano senza ombra di dubbio.

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