Ritratto di Rosa Maiuccaro
Autore Rosa Maiuccaro :: 17 Aprile 2014

Diego Luna, noto al grande pubblico per il ruolo da protagonista in Y Tu Mama Tambien di Alfonso Cuarón, ha presentato alla Berlinale la sua seconda opera da regista.

L'attore e regista Diego Luna

Simpatico, passionale, idealista e dalla parlantina svelta: così si è presentato ai nostri microfoni Diego Luna, attore messicano, alla sua seconda regia. Luna ha presentato alla Berlinale César Chávez, la storia poco nota dell’attivista messicano che lottò negli anni Settanta per veder riconosciuti i diritti degli operai nelle aziende agricole. La pellicola può contare inoltre su un cast di eccezione di cui fanno parte Michael Peña, Rosario Dawson, la star di Ugly Betty, America Ferrera e John Malkovich.

Il regista messicano ha chiarito quanto fosse importante per lui raccontare questa storia: “Chávez era ancora troppo poco conosciuto e volevo raccontare come l'emigrazione dal Messico agli Stati Uniti abbia frammentato le comunità locali. Per noi messicani è molto importante il futuro di quelle comunità che vivono negli States. La nostra identità è fortemente collegata alla loro. Sono convinto che il movimento di non-violenza promosso da Chavez porti con sé dei valori universali. Credo che la violenza non possa essere un mezzo per ottenere un cambiamento, di cui non necessita solo il Messico ma il mondo intero. Negli ultimi dieci anni più di 100,000 persone sono morte in Messico per la lotta ai diritti civil. Certo i numeri sono importanti ma se io vi raccontassi la storia di ogni singolo individuo allora credo che questo possa fare veramente la differenza. Il motore del cambiamento è la curiosità delle persone riguardo le esperienze di altri e la nostra capacità di empatia con quelle storie. Il cinema è uno strumento straordinario in questo senso.”

Luna si è poi soffermato sulla lavorazione del film. “Ho fatto tante ricerche su Chávez prima di cominciare a girare il film e ho scoperto quanti pregiudizi circolavano sul suo conto a partire dai suoi gusti. Per esempio Chávez non era un amante della musica messicana, adorava il jazz, leggeva Gandhi, parlava inglese perfettamente, era vegetariano e praticava Yoga. Un uomo del tutto differente da quello che si potrebbe immaginare.” Tra i suoi modelli di riferimento, il cineasta non ha negato una certa influenza di Ken Loach che reputa “un regista fantastico, un esempio ed una fonte di ispirazione” e confessa che è stato proprio grazie alla sua casa di produzione che la troupe messicana ha avuto il permesso di girare a Londra. Luna ha poi tessuto le lodi del suo attore protagonista: “Credo che César Chávez riviva grazie ad una brillante interpretazione di Michael. Ho pensato fin dall’inizio che fosse l’attore giusto per la parte ma ho valutato almeno 60 attori per il ruolo, anche non professionisti.” Sulla partecipazione di John Malkovich ha commentato: “È un grande attore, un buon amico ed era importante per me avere il suo appoggio per questo progetto visto che ha prodotto anche il mio primo film Abel.”

Il regista è molto attivo politicamente, tanto da aver fondato insieme all’attore nonché suo amico d’infanzia Gael García Bernal la società di produzione Canana, per sostenere i giovani cineasti emergenti nella realizzazione di film di alto valore social-rivoluzionario. “Noi tutti, a prescindere dalla nostra professione, dovremmo capire che abbiamo il dovere di essere parte integrante del mondo in cui viviamo. Dovremmo cercare di cambiare il mondo se non ci piace, o almeno provarci. Facciamo tutti i giorni delle scelte che possono fare la differenza. Quando il pubblico sceglie di andare a vedere un film piuttosto che un altro, sceglie di dare voce ad un regista e di ignorare la voce di un altro. È importante essere consapevoli della responsabilità che abbiamo nella formazione della realtà in cui viviamo. Quando le persone scaricano dei film piuttosto che andare a comprare il biglietto per vederlo, dovrebbero capire da che parte si stanno schierando. In Messico le persone che vendono CD o DVD contraffatti, sono le stesse che gestiscono il mercato illegale della droga".

Senza peli sulla lingua, il talento messicano ne ha anche per Barack Obama il cui motto ‘Yes we can’ potrebbe essere stato mutuato dallo stesso Chávez che lo usò per incoraggiare il proprio popolo. “Non credo che Chávez sarebbe contento della politica di immigrazione di Obama. Nessun sudamericano può dirsi veramente soddisfatto da questa mancanza di riforme sulla questione dell’immigrazione. Quello che accade negli States condiziona enormemente non soltanto la situazione politica messicana ma la nostra cultura. Trovo ridicolo che un paese che si fa promotore della libertà, della giustizia e della legalità sia così ipocrita da permettere che così tante persone vivano in una condizione di semi-schiavitù. È incredibile che queste comunità che vivono negli States e contribuiscono alla loro economia non abbiano gli stessi diritti di coloro che si arricchiscono. È intollerabile che ci siano ancora oggi lavoratori nei campi che sfamano gli Stati Uniti ma che non sono in grado di mantenere le proprie famiglie e che sono costretti a subire pessime condizioni lavorative. Quando si smette di aver paura finalmente si capisce che il cambiamento è possibile. Io sono molto fiducioso perché il mondo è pieno di movimenti di pace e ci sono migliaia di giovani di talento che lottano ogni giorno per la pace, i diritti civili e le libertà individuali. Oggi abbiamo così tanti strumenti per reagire che ancora non ci siamo forse resi conto del loro intero potenziale."

Luna, famoso grazie ai ruoli nei film Y tu mamá también di Alfonso Cuarón e Milk di Gus Van Sant, ci ha poi confidato: “Sono il primo ad aver commesso degli errori. A vent’anni ho girato un film che non rifarei. Voglio fare film di cui non debba vergognarmi e che mi piacerebbe vedere come spettatore. Non importa quanto difficile possa essere trovare i finanziamenti per i progetti in cui credo." Se si parla di critiche, non può fare a meno di notare: “Raramente una critica può incidere sul risultato finale di ciò che facciamo a meno che non siamo poco obiettivi o totalmente privi di giudizio. Io credo che il successo non significhi necessariamente essere celebrati ma avere l’opportunità di aprire un dibattito su temi importanti come questo. Ho letto delle critiche abbastanza negative sul mio film ma non hanno affatto influenzato il mio punto di vista, sono contento del mio lavoro. La cosa più importante è conoscere le proprie motivazioni e credere in ciò che si fa.”

Il regista ci poi ha salutato con una battuta: “Ho diretto due film che avevano per protagonisti due uomini di nome Chávez, è stata una coincidenza ma vi prometto basta Chávez!”.

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